La vicenda ha davvero dell'incredibile: acqua contaminata da arsenico e da una quantità di batteri fuori norma ma nessun avviso da parte del Comune di Roma che si limita ad imporre il divieto sull'utilizzo dell'acqua. Diverse associazioni e cittadini privati hanno dunque chiesto alla Magistratura di aprire un'indagine poichè il Comune sarebbe colpevole di "mancato allarme".
Secondo l'esposto presentato al procuratore aggiunto Roberto Cucchiari, nei municipi XIV e XV, "cinquemila cittadini sarebbero serviti da acque contaminate da arsenico e batteri considerati fuori norma dalle autorità sanitarie".
Gli acquedotti in questione sono quelli di Malborghetto, Monte Oliviero, Casaccia-S. Brigida, Camuccini, Piansaccocia, Santa Maria di Galeria e Brandosa, tutti in gestione alla società Arisal.
Un'ordinanza del sindaco del 21 febbraio scorso vieta l'utilizzo dell'acqua per scopi igienici ed alimentari ma nessun organo del Comune di Roma si è occupato della diffusione della notizia richiesta da un caso così urgente. Sarebbe quindi stata la stampa a dare risalto alla notizia e mettere in allarme i cittadini e per questo motivo la Magistratura aprirà a breve un'inchiesta.
Il divieto riguarda come detto circa cinquemila cittadini che potranno ora contare su autobotti e serbatoi mobili per l'approvvigionamento di acqua potabile.
Per quanto riguarda invece l'utilizzo delle acque per scopi igienici, con i dovuti interventi, si potrà ripristinare il servizio entro una o due settimane. Il divieto in questione rimarrà in vigore fino al prossimo 31 dicembre ma si spera che le autorità competenti riescano a risolvere il problema nel minor tempo possibile, ripristinando un servizio assolutamente necessario e basilare che necessiterebbe senza dubbio di maggiori controlli.