Due adolescenti, due calciatori, due giovani talentuosi, capaci e promettenti e una partita. Sugli spalti, per l'occasione il dirigente di un grande club, lo Sporting Lisbona, e nella mente dei due giovani quelle parole: 'chi segna più gol viene con me allo Sporting Lisbona'. Succede che durante la partita tutti e due segnano un gol, ma verso la fine uno dei due con una grande azione supera un paio di avversari e si ritrova solo davanti alla porta, deve solo spingere il pallone in rete. Ma accanto a sé è arrivato l'altro ragazzo. Lui al posto di tirare la passa il pallone all'amico, perché lo ritiene più bravo, che segna e va allo Sporting.
Quel ragazzo si chiamava Cristiano Ronaldo. Quando pochi giorni fa, pochi minuti dopo il triplice fischio dell'arbitro nella finale di Champions, Cristiano si era recato in tribuna per abbracciare una persona, tutti pensarono si trattasse di Albert, proprio quel ragazzo che gli passò la palla e permise a CR7 di andare allo Sporting. Ma forse si tratta solo di una leggenda metropolitana, di una storia fittizia.
In realtà quella persona che Ronaldo ha abbracciato si trattava del fratello alcolista ma anche in questo caso dietro la leggenda c'è una storia altrettanto vera. I due avevano fatto una semplice promessa. Se Cristiano Ronaldo avesse segnato e di conseguenza il Real Madrid avesse vinto la coppa, il fratello avrebbe dovuto smettere di bere visti i suoi problemi con l'alcol come il padre dei due. Quell'abbraccio a fine gara, segna l'inizio di un nuovo cammino.