Dopo l'interrogatorio, condotto dalla sostituta procuratrice Nada Al Asmar, svoltosi oggi presso la procura di Beirut è stato deciso il destino di Marcello Dell'Utri. Il consiglio dei ministri libanese ha votato in giornata e ora la palla passa in mano al presidente della Repubblica e al primo ministro.

Il 'si' del Consiglio dei ministri

Il consiglio dei ministri libanese ha così sancito che la pena a sette anni, per concorso in associazione mafiosa, a carico dell'ex forzista sarà scontata in Italia. Si potrà ora procedere col mandato di estradizione e dell'Utri dovrebbe essere in Italia già la prossima settimana.

Mancano solo le firme del Presidente della Repubblica libanese e del primo ministro. Il difensore libanese di Dell'Utri, Akram Azoury, rende nota una data più precisa mettendo a il ritorno del proprio assistito il prossimo giovedì, ma fa sapere che sarà fatto un ricorso alla pubblica amministrazione libanese anche se ciò non impedirà il ritorno, almeno, momentaneo in Italia, in manette.

La difesa di Berlusconi

Così dopo il si del procuratore generale della Cassazione, Samir Hammoud, e del governo libanese, ora la decisione è in mano al presidente della Repubblica. Sembra però inevitabile il ritorno dell'ex uomo di fiducia di Berlusconi nel bel Paese. Anche Berlusconi fa sentire la propria voce, in difesa dell'amico, dice che "l'estradizione non è commentabile" prosegue affermando che i fatti hanno "smentito chi vedeva Dell'Utri come un latitante" descrivendolo come una "persona molto intelligente" che "mai con cui l'Italia ha un accordo sull'estradizione".