È stato condannato a 4 mesi di reclusione, il manifestante No Tav, Marco Bruno, soprannominato "pecorella" da quando, nel febbraio 2012, con tale appellativo, si era ripetutamente rivolto ad un agente di polizia, durante le proteste a Chianocco, contro la costruzione della Torino-Lione, nei pressi dello svincolo autostradale di Bardonecchia dove si erano radunate centinaia di manifestanti.

Il video che immortalava il ragazzo prendersi gioco dell'agente di polizia definendolo appunto una pecorella, aveva fatto il giro d'Italia suscitando anche indignazione da parte di alcuni che avevano invece sottolineato il comportamento impeccabile tenuto dagli agenti nell'occasione, seppur sotto l'occhio vigile delle telecamere.

La notizia appare sulle versione on line del Corriere della Sera.

Il giudice di Torino, Gian Luca Robaldo, ha perciò emesso la condanna a 4 mesi dopo avere ascoltato la richiesta dell'accusa, nella persona della pm Nicoletta Quaglino, che aveva invece chiesto 6 mesi per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale. La difesa chiedeva invece l'assoluzione completa del proprio assistito, che in questi anni si è sempre presentato in Aula anche se non ha mai voluto essere ripreso.

Una delle argomentazioni della difesa è stata, tra le altre, quella che un insulto come quello rivolto da Bruno all'agente di polizia nell'occasione, si configura come molto meno grave dei ripetuti insulti alla magistratura che in quel periodo l'ex premier Berlusconi rivolgeva continuamente.

Come a dire quindi che il buon esempio dovrebbe venire sempre dall'alto. Ma alla fine il giudice Robaldo, dopo avere ascoltato la citazione di un noto testo di Pasolini, da parte dell'accusa, ha condannato il giovane a 4 mesi di reclusione. Parole, solo parole, ma che alla fine sono costate molto care. Molto più di quanto possono costare certe manganellate, soltanto manganellate.