L'onda anomala partita dalla Procura di Venezia sottoforma di arresti e avvisi di garanzia, ha travolto il MO.S.E., un'opera paradossalmente, nata per proteggere la laguna dall'acqua alta. Ma passata la sconcertante cronaca delle mazzette e la sacrosanta indignazione, in molti rimane inevaso l'interrogativo al quale cercheremo ora di dare risposta: ma che cos'è questo MO.S.E.?

Perché questa opera

Il Modulo Sperimentale Elettromeccanico, da cui l'acronimo MO.S.E., è il risultato di un dibattito nato dopo la disastrosa alluvione del 4 novembre 1966, quando una marea di 194 centimetri sommerse Venezia e la laguna.

A seguito del dibattito, il Ministero dei Lavori Pubblici indisse un concorso finalizzato alla presentazione di progetti per la salvaguardia della laguna dal fenomeno dell'acqua alta, ma nessuno dei progetti presentati venne giudicato valido.

I progetti presentati furono comunque acquisiti dal Ministero e affidati nel 1981 a un gruppo di esperti affinché ne elaborassero un progetto di sintesi che vide la luce nella sua versione definitiva nel 2002. Nel 2003 prende infine il via la realizzazione dell'opera così come la conosciamo, con la realizzazione di 78 paratoie mobili posizionate ai tre ingressi della laguna.

Il loro funzionamento a regime, prevede l'innalzamento automatico delle paratoie, altrimenti adagiate sul fondo marino, al raggiungimento dei 110 centimetri di acqua alta, proteggendo in questo modo Venezia dal ripetersi di eventi disastrosi.

Una conca di navigazione protetta è comunque prevista per assicurare la navigazione in entrata e in uscita dalla laguna anche quando le paratoie sono in funzione. Il costo dell'opera era stato preventivato intorno a 1.600 miliardi di euro, ma attualmente, con i lavori ultimati per l'87%, si prevede di arrivare al 2016, anno previsto per la conclusione dei lavori, ad un costo complessivo di 5.493 miliardi di euro.

Le critiche all'opera

Fin dalla sua progettazione, il MO.S.E. è stato contestato dagli ambientalisti, sia per gli elevati costi, superiori a quelli di analoghe opere realizzate in Inghilterra e in Olanda, che per l'impatto ecologico, dal momento che, per alloggiare le paratoie sul fondo marino, è stato necessario conficcare sullo stesso migliaia di piloni di cemento, alterandone il delicato sistema idrogeologico.

Da notare, inoltre, che i contratti stipulati con il consorzio di imprese realizzatrici prevedono le responsabilità di queste solo per i primi tre anni dall'entrata in funzione, trascorsi i quali, ogni eventuale guasto sarebbe a carico delle amministrazioni locali, che già dovranno far fronte a costi di gestione e manutenzione ancora non quantificabili, ma sicuramente elevati.

In conclusione, siamo in presenza di una delle più grandi opere pubbliche mai realizzate in Italia, dalla dubbia efficacia, il cui effetto potrà forse essere quello di fermare le correnti della laguna, ma certo non è riuscita ad arginare quelle di denaro che sono la vera catastrofe del nostro Paese.