Senza mandato, senza nessun avvertimento, ci sono dei cavi diretti e segreti che permetto ad alcuni governi di ascoltare tutte le telefonate dei cittadini. Sei Paesi su ventinove applicano questa pratica e a darne notizia è la stessa multinazionale, la vodafone, primo gruppo per quanto riguarda la telefonia mobile. Ancora non è possibile sapere quali siano i Paesi che operano questa pratica perché la Vodafone per paura nei confronti dei suoi dipendenti, ha deciso di tenere segreta la questione.

Possibile controllo anche in Italia

Tra i ventinove Paesi c'è ovviamente anche l'Italia ma le leggi in merito sono ben chiare per quanto riguarda le intercettazioni.

Si vocifera che le sei nazioni spione siano tra Albania, Egitto, Ungheria, India, Malta, Qatar, Romania, Sudafrica e Turchia. Mentre in Italia la richiesta di intercettazioni è pari a 140.557 volte nel 2013, in questi Paesi menzionati è illegale rivelarne il numero. Il caso dell'Italia è dunque diverso. Ci sono cifre senza paragone rispetto agli altri Paesi ma ciò non toglie che avvenga anche una sorveglianza. I dati giunti riguardano però solo la Vodafone senza tener conto degli altri operatori presenti.

Violazione dei diritti umani

Con questi avvenimenti si va molto oltre rispetto ai classici e tanto famosi metadati ossia i tabulati che contengono numeri, orari e durata delle chiamate.

Si parla ora infatti di accessi a miliardi di telefonate sempre e in ogni situazione. Una violazione enorme di privacy e riservatezza, quella sancita dalla Dichiarazione dei diritti umani e precisamente nell'articolo 12.