Johannesbourg- Oggi, all'età di 90 anni si è spenta dopo una lunga malattia, Nadine Gordimer. Circondata dall'affetto dei suoi cari, i suoi due figli, Ugo e Oriane l'hanno assistita fino all'ultimo, nel calore delle mura domestiche.
La scrittrice aveva annunciato da tempo di essere malata. "Ho un cancro al pancreas" aveva detto ad un'intervista a Repubblica qualche mese fa, prima di rinunciare del tutto alla scrittura, perché la malattia le impediva di scrivere "Scrivere mi fa star male, sono troppo critica verso me stessa e verso il mio lavoro.
Non sopporterei di pubblicare qualcosa che non mi soddisfi!". Le piaceva scrivere short stories, piccoli racconti, più adatti alla vita frenetica di questi nostri tempi.
Premio Nobel per la letteratura
Nadine Gordimer aveva vinto il premio Nobel per la letteratura nel 1991, con questa motivazione "per essere stata di enorme beneficio all'umanità grazie alla sua scrittura magnifica". Le sue opere, infatti, raccontano il Sudafrica, lacerato dall'apartheid. La Gordimer, bianca in un mondo di neri, minuta in un mondo di giganti, sempre gentile ed educata, ha saputo non perdere la fermezza delle sue idee senza mai farsi intimidire dalle numerose difficoltà e minacce che ha incontrato nella sia vita.
È stata perfino ostracizzata per i suoi racconti: Un mondo di stranieri (1955), Il mondo tardo borghese (1966), Luglio (1981) sono stati messi al bando dagli oltranzisti dell'apartheid, sia dai promotori del Sudafrica multiraziale, che hanno giudicato le sue opere arroganti, razziste e paternalistiche.
L'amicizia con Mandela
Nel 1964 Nadine Gordimer incontra Nelson Mandela, al processo durante il quale fu condannato all'ergastolo, inutile dire che che tra i due nacque un'amicizia fondata su stima e rispetto reciproco e che la Madiba fu una figura di riferimento e di sotegno nelle sue lotte contro l'apartheid.
La Gordimer si iscrisse al parirto di Madiba quando era ancora fuorilegge. Ha ricordato così, nel giorno della morte Mandela: "Noi sudafricani siamo fortunati ad averlo avuto con noi. Perché se dovessi provare a spiegare tutto quello che ho avuto da lui, io che sono fra le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo di persona, credo che non ci riuscirei.
Madiba era un democratico naturale, una cosa piuttosto inusuale in Africa. In un continente che ha lottato per decenni per liberarsi dalla dominazione straniera e raggiungere la libertà, è raro trovare qualcuno che non basi la sua azione sull'odio o il risentimento".
Le sue opere
Nadine Gordimer aveva un forte legame anche con l'Italia. L'editore Giacomo Feltrinelli, infatti, è stato il primo in Europa a tradurre e pubblicare le sue opere, da allora il suo rapporto con il Bel Paese è sempre stato molto forte, tanto che la figlia maggiore della scrittrice, Oriane, ha vissuto a Torino per molti anni, dove ha fatto l'insegnante. "Voi italiani avete uno spirito indipendente" diceva il premio Nobel.
Tra i suoi romanzi in Feltrinelli, ricordiamo:
- I Racconti di una vita l'ultimo suo libro, i racconti dell Sudafrica dagli anni 50 ad oggi. Lotte, e speranze di una anzione lacerata dall'odio e dalla povertà.
- Il conservatore, che vinse il Booker Price, uno dei massimi riconoscimenti della letteratura mondiale.
- Ora o mai più , ultimo romanzo arrivato in Italia, nel 2012.
Nadine Gordimere era una minuta e graziosa combattente, che ha fatto e ha scritto tutto ciò che era in suo potere nella difesa degli ultimi, dei più poveri di questa Terra, sempre con grazia e con candore. Una bianca a favore dei neri. Una grande donna. Ci mancherà.