Quella dell'Ebola si sta mostrando essere da un anno a questa parte una delle malattie infettive più assassine che si siano viste. L'espandersi a macchia d'olio nei Paesi africani e tra gli stessi missionari della febbre emorragica sta provocando molta preoccupazione negli Stati Uniti ed in Europa. L'Ebola avrebbe mietuto circa 1300 vittime nell'ultimo anno solo 700 dallo scorso dicembre e 57 negli ultimi quattro giorni lasciando registrare un esponenziale incremento dei contagi.
La stessa Oms, organizzazione mondiale per la Sanità, si mostra preoccupata definendola un'epidemia senza precedenti.
L'Ebola è sulla strada che porterebbe alla decimazione della popolazione africana. Il dirigente dell'Oms, Margaret Chan, durante un summit con i presidenti dei Paesi africani colpiti dall'epidemia ha deciso di affrontare di petto il problema con un investimento collettivo di 100 milioni di dollari. Il fondo servirà a finanziare un piano di contrasto del virus.
Lorenzin: 'In Italia non c'è nessun rischio'
Intanto il ministro italiano della Sanità, Beatrice Lorenzin, continua ad affermare la sicurezza della posizione italiana. "Non c'è alcun allarme Ebola nel nostro Paese - afferma il ministro che prosegue - siamo pronti ad ogni evenienza. Siamo abbastanza preparati e attrezzati per affrontare il problema dell'importazione del virus".
Per i Paesi europei in particolar modo per l'Italia la preoccupazione maggiore è costituita dai continui sbarchi di persone che dalle coste africane approdano nel nostro meridione per poi spostarsi nel resto della penisola fino ad arrivare in Europa.
Ad attaccare le scelte di taglio alla ricerca che sono state fatte negli ultimi anni è Stefano Vella, capo del dipartimento del Farmaco all'istituto di sanità superiore malattie infettive.
Vella afferma che ora saremmo più sicuri se il taglio ai fondi per la ricerca non avesse impedito il test preventivo dei vaccini su cui potremmo tranquillamente affidarci e si augura che sull'onda della problematica spuntino i fondi necessari per la prevenzione.