Non c'è tempo da perdere, l'Ebola minaccia tutto il continente africano. L'epidemia, la peggiore della storia che ha già causato 1.552 decessi in Africa occidentale e si stima che contagerà ben 20.000 persone nel giro di 6 o 9 mesi. Questo in parole povere l'avvertimento di Medici Senza Frontiere che mette in guardia sul possibile diffusione del morbo emorragico. Purtroppo il virus dell'Ebola torna seriamente a preoccupare l'opinione pubblica in quanto non ci sarebbero i mezzi efficaci per contrastarla: secondo il presidente dell'organizzazione Joanne Liu, il mondo sta perdendo la sua battaglia contro il propagarsi dell'epidemia in alcuni stati dell'Africa occidentale.

In un discorso alle Nazioni Unite a New York ha dichiarato che sarebbe in corso la peggiore epidemia della storia che rapprenderebbe un serio pericolo per l'umanità visto che i leader non riescono a contenere questa minaccia transnazionale.

Dopo la scoperta del vaccino sperimentale Zmapp risolutivo per un medico ed un'infermiera si era sperato in una soluzione definitiva troppo presto. L'Organizzazione Mondiale della Salute, nonostante le sue rassicurazioni, non può fare molto contro l'evidenza: basti pensare che si registrano già 1552 morti su 3069 confermati di cui 694 solo in Liberia che sembra la zona più colpita mentre un caso viene segnalato in Senegal. A questo ritmo in circa 9 mesi saranno infettati 20.000 individui.

Cosa può fare il mondo per fermare questa possibile ecatombe? Molto, secondo il parere della dottoressa Liu che si augura che vengano stanziati 490 milioni di dollari per contenere l'epidemia, appellandosi alla comunità per mandare medici, personale qualificato, ospedali da campo e laboratori nelle zone maggiormente colpite dal disastro come la Liberia, dove nella sola capitale occorrerebbero 800 posti letto.

Non sono solo i comuni cittadini magari in viaggio d'affari nel Continente nero a preoccuparsi, bensì l'ONU che esprime la sua inquietudine sulla sicurezza alimentare in quanto l'assenza di manodopera per malattia crea interruzioni del commercio import ed export.

Infine l'Oms ci tiene a sottolineare che non c'è nessun collegamento tra i casi di Ebola scoppiati in Congo e quelli fino ad ora registrati in Africa occidentale perché il virus sarebbe del ceppo Zaire simile all'Ebola apparsa nel 1995.

In mezzo a tanta disgrazia, l'apertura di un corridoio umanitario da parte della Costa D'Avorio per consentire un'adeguato soccorso in Guinea e Liberia e una tavola rotonda a Ginevra dove 150 esperti e ricercatori faranno il punto sui farmaci nuovi a loro disposizione, speriamo che mettano da parte gli interessi a favore dell'umanità.