A pochi giorni dall'incontro tra i due presidenti Vladimir Putin e Petro Poroshenko al summit euroasiatico Asem, in programma a Milano tra il 16 e il 17 ottobre, il leader russo firma il ritiro dei 17mila soldati impegnati nella regione di Rostov, ammorbidendo così i toni di quella che si è rivelata essere la peggiore crisi tra Mosca e l'Occidente dopo la fine della Guerra Fredda. Pesantemente sanzionata dalle manovre economiche europee e isolata dalla scena mondiale, la Russia si è vista così costretta alla mediazione, nonostante, cercando di dare una parvenza di normalità, avesse dichiarato che le ingenti truppe con mezzi corazzati, batterie missilistiche e altri minacciosi strumenti di guerra, stazionassero sul confine ucraino per ordinarie esercitazioni e non come sostegno ai separatisti filo-russi.

Ora, secondo l'agenzia di stampa RIA Novosti, tali manovre di addestramento nella regione meridionale di Rostov sono finite, anche se la NATO non ha effettivamente confermato il ritiro.

Intanto, dopo lunghi combattimenti e 3.600 vittime tra cui molti civili, a Kiev cala il silenzio, sia tra le file dei combattenti di estrema destra, notoriamente diffidenti verso le promesse del Cremlino, sia tra i leader degli secessionisti filorussi, di recente riportati alla ragione e "ripuliti" dai loro esponenti di punta più intransigenti decisi alla "guerra totale fino alla vittoria". Salta anche la testa del ministro della difesa ucraino Valery Gueletei; è di domenica la notizia delle sue dimissioni 'accettate' dal presidente Poroschenko che ha parlato di "ora di cambiamento alla guida del ministero".

Gli ucraini si volgono, pertanto, fiduciosi al futuro, e lo stesso Poroshenko, spronato dai sondaggi che lo danno vincente alle imminenti elezioni del 26 ottobre, si dice speranzoso sul suo incontro milanese con Putin il quale, è oramai storia nota, in cambio di tale tranquillità concessa al Verchovna Rada, richiederà garanzie sulle autonomie promesse alle regioni russofone di Ucraina e la garanzia di Kiev di non-adesione alla NATO.