C'è molta tempesta in Spagna, sopratutto se indirizziamo il nostro sguardo sulla comunità autonoma di Catalunya. Avendo la costituzione spagnola del 1978 stabilito una certa indipendenza, e distribuzione di poteri nel territorio, a scapito però del governo centrale e della sua egemonia, oggi come oggi, Catalunya reclama la totale indipendenza da Madrid [VIDEO]. A differenza del passato però, i catalani sono davvero spinti e decisi. La consulta illegale del 9 di Novembre ne è un esempio chiarissimo. Nonostante il tribunale constituzionale abbia respinto il referendum elaborato dal presidente di Catalunya, a causa di un mancato adempimento alla costituzione, il governo catalano non si è arreso. La consulta è stata portata a termine, con l'appoggio dei cittadini e di tutti i partiti soberanisti, con un esito postivo: 80% dei voti a favore dello stato indipendente. Un atto di illegalità e disobbedienza afferma il governo centrale, e i partiti di centro destra catalani: "Se volete l'indipendenza, sarà difficile un accordo. Rovinate la stabilità, provocate rottura, e conflitto. Non siete democratici, il vostro è un atto di egoismo, autoritarismo, e andate contro la legge, e contro lo stato del diritto", così afferma la portavoce del gruppo parlamentario del partito popolare catalano, uno dei pochi partiti, insieme a ciudadans, che denuncia l'attività politica del presidente catalano, e la consulta del 9 di Novembre.



Ora non si è capaci di determinare con esattezza come si risolveranno le questioni. Arthur mas, il presidente della "Generalitat", governo catalano, non è intenzionato a proseguire delle elezioni definitive per l'indipendenza, ma ad arrivare a un accordo con lo stato, e condurre delle elezioni plebiscitarie con il resto dei partiti soberanisti catalani. Pertanto, l'incertezza è ad alti livelli, i tribunali si muovono, la legge si muove, mentre il governo lotta incessantemente. Sono state condotte varie interviste questi giorni alla gente in generale, per sentire le opinioni generali. Molti in disaccordo, ma rispetto alla parte a favore, costituiscono un 10% della popolazione. Sono molti quindi gli indipendentisti sparsi per Barcellona, e tutta Catalunya. A dire il vero, come affermano molti sociologi, questo processo è un processo evolutivo, graduale. La volontà di autodeterminazione, di prevaricare sul governo spagnolo, risiede già in una cultura storica catalana che si è sviluppata lungo gli anni. Le ferree persecuzioni del dittatore spagnolo, Francis Franco, sulla lingua catalana, sono prove che possono giustificare il comportamento della gente catalana oggi giorno.