Una festa tra amici, un gioco scellerato e il destino beffardo che si è abbattuto su di lui: Rashaun McCrae, diciottenne dell'Ohio, Stati Uniti, è morto dopo aver proposto agli amici di giocare alla roulette russa. Il giovane ha fatto partire il primo colpo dopo essersi puntato la pistola alla tempia e quell'unico proiettile inserito nel tamburo dell'arma da fuoco è penetrato nel suo cervello, ponendo subito fine a quell'assurdo gioco.
Il ragazzo è morto poco dopo essere arrivato in ospedale.
La roulette rossa e un'assurda morte
Lo scorso lunedì, nella città di Whitehall, si stava svolgendo una festa tra ragazzi. Nel divertimento generale, Rashaun McCrae è entrato in cucina, ha estratto una pistola, ha inserito un proiettile nel tamburo, l'ha fatto ruotare per tre volte e poi ha chiesto ai presenti se avessero mai giocato alla roulette russa. Un ragazzo, spaventato, è scappato via, mentre gli altri, attoniti, sono rimasti a guardare Rashaun. Questi, forse per dare una dimostrazione di coraggio, ha puntato l'arma verso di sé e ha sparato: il colpo è partito e il diciottenne è stramazzato al suolo, in una pozza di sangue, dinanzi agli altri ragazzi che, presi dal panico e dalla paura, hanno cominciato a fuggire dalla cucina dell'orrore gridando.
Un giovane è riuscito a chiamare il 911 per chiedere l'intervento dei soccorsi, e la persona che ha risposto alla telefonata ha raccontato che si sentivano urla confuse e disperate. Inutile la corsa all'ospedale: il giovane non ha potuto salvarsi dalla grave ferita alla testa.
Nell'aria c'era puzza di marijuana
La polizia, quando è giunta sul luogo del tragico episodio, ha subito notato che, all'interno della casa in cui si era tenuta la festa, c'era un'intensa puzza di marijuana. I ragazzi che stavano festeggiando sono stati interrogati dagli agenti e tutti hanno fornito la stessa versione: Rashaun Mc Crae, dopo essere entrato in cucina e aver chiesto chi volesse giocare alla roulette russa, ha premuto il grilletto ed è partito l'unico colpo presente nel tamburo della pistola. Così si è concluso il gioco che il diciottenne dell'Ohio voleva organizzare con i suoi amici, e vengono i brividi a chiamarlo gioco.