Le presunte falle nella gestione dell'emergenza ebola in Sardegna, come già avevamo anticipato dalle pagine di Blasting News, sono diventate ieri, fonte Ansa, oggetto di indagini da parte della procura della repubblica di Sassari. La procura ha infatti ritenuto di dover aprire un fascicolo, per ora senza indagati e senza alcuna ipotesi reato, per accertare se siano state commesse omissioni o leggerezze, se non proprio dei reati, nel modo in cui si è gestito il ricovero dell'infermiere italiano volontario di Emergency in Sierra Leone e il trattamento dei suoi campioni di sangue. 

L'infermiere è stabile ma troppe persone in isolamento, la procura vuole vederci chiaro

Le notizie che arrivano dall'ospedale Spallanzani di Roma, dov'è ancora ricoverato l'infermiere italiano contagiato dal virus ebola, sono ottimistiche.

L'uomo sarebbe infatti in condizioni stabili. Quello che ha però allarmato gli inquirenti è stato il modo in cui si è seguito il protocollo, o meglio la mancanza di un reale protocollo di sicurezza. Le persone messe in isolamento sono salite da 17 a 19, ed è stato proprio l'alto numero di ricoverati a far sospettare falle nella gestione dell'emergenza sanitaria. Ad indagare attualmente non solo la procura della repubblica di Sassari, ma anche la Asl e l'organizzazione mondiale della sanità.

Persone ignare del rischio contagio, dai tecnici del laboratorio ai condomini del palazzo in cui era ospitato l'infermiere

Il quotidiano La Nuova Sardegna rivela che, oltre alle indagini della procura di Sassari, anche la Asl avrebbe avviato un'indagine interna per capire come l'emergenza gestione paziente è stata realmente trattata. Prima che venisse infatti accertato il contagio, l'infermiere ed il suo sangue sarebbero venuti in contatto con tecnici di laboratorio ignari del contenuto delle provette. Sembrerebbe che alcuni condomini del palazzo in cui l'infermiere è stato ospitato dal momento in cui è rientrato dall'Africa al momento in cui è stato trasferito al reparto malattie infettive dell'ospedale di Sassari, abbiano protestato per non essere stati informati del rischio, rischio che hanno appreso pare solo al momento della decontaminazione dell'appartamento.