Un viaggio fra amiche,soprattutto se negli anni dell'adolescenza, rappresenta un ricordoindelebile, un'esperienza che a nostro modo porteremo sempre nelcuore. Quello della giovane barese in visita a Roma loscorso 29 giugno, però, lo sarà per un altro motivo chenessuno vorrebbe augurare ad una ragazza di appena sedici anni.Un viaggio tramutatosi in incubo, in un'assurda violenza aidanni di una minorenne in vacanza con le amiche.



Probabilmente, questi ipensieri della giovane 16enne che, la sera del 29 giugno, ha subito violenza sessuale nel quartiere romano di Prati da unmilitare della marina, Giuseppe Franco, attualmente incarcere con ordinanza di custodia cautelare. La ragazza,originaria di Bari, si trovava in visita da due sue amiche concui aveva deciso di assistere allo spettacolo della Girandola diCastel Sant'Angelo per la festa dei Patroni di Roma. Conclusol'evento pirotecnico, le tre ragazze di ritorno a casa si sarebberotrovate alla fermata del bus nei pressi di Piazzale Clodio,nel cuore di Prati appunto, consumando nell'attesa della birra.

Sonole ore 23 di un festivo, c'è poca gente nei dintorni ma siparla comunque di un quartiere tranquillo e poco distante dalcentro, trafficato sicuramente come tante altre strade dellaCapitale.



Proprio a quella fermatadel bus una delle tre ragazze, vittima poi della violenza, vieneripresa da un uomo alto e massiccio per un'infrazione sulconsumo alcoolico. "Sono un poliziotto – leavrebbe detto – seguimi", mostrandole a riprova il distintivo,l'uomo l'avrebbe accompagnata ad un ipotetico distretto di poliziadove, però, la ragazza non è mai giunta.



Scortata a forza per ipolsi in un parcheggio poco distante, qui il militareavrebbe abusato di lei minacciandola di rimanere in silenzio,oppure avrebbe fatto del male anche alle sue amiche.

Un terrore chepietrifica letteralmente l'adolescente, che spera che quell'orroresenza senso possa finire il prima possibile.



Stupro di Prati: shocknella "Roma bene" e nelle forze dell'ordine



Quella del 29 giugno èuna notizia che ha sconvolto e fatto discutere in tutta Italia peruna serie di ragioni. Innanzitutto, in termini di "sicurezza":l'autore della violenza è infatti militare della marina,31enne calabrese che esattamente il giorno dopo la violenzasarebbe partito per una missione all'estero. Un atto,quindi, premeditato? Sembrerebbe di sì secondo il gipGiacomo Ebner, Giuseppe Franco risultava perfettamente lucidonel momento in cui avrebbe abusato della ragazza, a tal punto da averpianificato tutto.

A pesare sulla sua accusa ci sono, per questomotivo, il pericolo di fuga e la reiterazione del reato.



Vi è poi un discorso"sociale": una violenza in un quartierecomunemente sereno, "per bene" come si suol dire a Norddi Roma, dove di violenze come queste se ne sentono poche e quelleche avvengono fanno scalpore perché infrangono degli equilibri fra isuoi abitanti. "Questo è un quartiere medio-borghese,nonostante ci siano tanti vagabondi fra rom e venditori ambulanti,non si sentono mai fatti di cronaca così drammatici. Tantopiù in una via frequentata come Carlo Mirabello", sostiene unabitante di zona nei pressi di Piazzale Clodio. Via CarloMirabello è infatti il luogo dove Giuseppe Franco avrebbeabbandonato la ragazza prima di dileguarsi: una strada costernata distudi legali e vigilantes, esercizi commerciali, ristoranti edosterie.

Insomma, decisamente una via trafficata per passareinosservato, tant'è che ad incastrare il militare sono state propriole riprese delle telecamere di un ristorante. "Qui cisono tantissimi uffici, è una zona molto trafficata durantela settimana perché conta tantissimi avvocati e a pochi metri cisono gli uffici della Rai – sostiene un gestore di una stazionedi benzina sulla Piazza – probabilmente c'era poca gente perchéera durante un festivo ed un ponte. Sono sconvolto allanotizia e fa strano sentire una cosa del genere in un quartiere comequesto".



Infine, abbiamo undiscorso "razziale": non sono mancate le accuseverso zingari o stranieri prima ancora di conoscere il verocolpevole, facili sospetti caduti quando è stato rivelato il profilo"purosangue italiano" del 31enne, addirittura membrodelle forze dell'Ordine.



Polemiche e dibattiti checomunque poco incidono sulla sorte della vittima, la cui voce èstata anche infangata dal militare calabrese: "era unrapporto consenziente", ha sostenute nelle ultime ore. Adeciderlo saranno ora le autorità, mentre l'opinione pubblicaha già emesso la sua sentenza su Giuseppe Franco.