Due catanesi sono finiti nei guai nel pomeriggio di ieri a Caltanissetta. Intorno alle 16.30, gli agenti della sezione Volanti intervenivano in via Carnevale, a breve distanza da via Turati, dove una donna in preda al panico diceva di essere stata truffata da un uomo che si era presentato nel negozio in cui lavora, chiedendo una ricarica da 650 euro su una carta prepagata.

Al momento di saldare il conto, però, il cliente tirava fuori un'altra carta ricaricabile, a quanto pare priva di copertura, e poi si allontanava dicendo di andare a prelevare la somma in contanti. A quel punto, la donna comprendeva interamente le intenzioni tutt'altro che rassicuranti dell'interlocutore, ma era già troppo tardi. L'uomo saliva su un'auto nera, dove ad attenderlo c'era un'altra persona che si dirigeva in via Don Minzoni.

La polizia setacciava tutta la zona

Diramata immediatamente la nota di ricerca a tutte le volanti impegnate in attività di controllo del territorio, i poliziotti setacciavano la zona in lungo e in largo e, poco dopo, intercettavano una "Yaris" fra le vie Leone XIII e Due Fontane.

A bordo c'erano due uomini, uno dei quali con corporatura robusta e spiccato accento etneo, che corrispondeva alla descrizione fatta dalla donna e a quella fornita da un amico di quest'ultima, che aveva chiamato il 113 per denunciare che tempo fa era stato truffato nello stesso modo dal protagonista principale della vicenda, che si era dato alla fuga. I due venivano identificati prontamente: alla guida della vettura c'era un quarantaduenne e accanto un trentaduenne, con diversi precedenti per lesioni personali, riciclaggio, ricettazione, truffa e associazione per delinquere. Nel corso di una perquisizione personale, il più giovane veniva trovato in possesso di una carta prepagata e della ricevuta di 650 euro che gli era stata rilasciata poco prima.

Una prova schiacciante.

Il riconoscimento in Questura

In Questura, la donna riconosceva i due e l'auto con la quale si erano allontanati. Per entrambi, dopo gli adempimenti di rito, scattava la segnalazione all'Autorità giudiziaria per concorso in truffa. Con la stessa tecnica, quella di chiedere la ricarica e dileguarsi dopo l'esecuzione della stessa, si sarebbero registrati anche altri casi in città e in altre zone del Nisseno, oltre a quello segnalato dall'amico della donna. La prudenza non è mai troppa in questi casi, soprattutto quando a presentarsi sono sconosciuti che chiedono trasferimenti di denaro di una certa entità.