Si tratta di un vero e proprio serial-killer quello che avrebbe coinvolto Ylenia Carrisi, forse uccisa da un camionista al quale aveva chiesto un passaggio verso il Nevada. L'uomo, essendo in carcere già per otto omicidi, non aveva intenzione di collaborare al riconoscimento del corpo della donna ancora senza nome, fino al momento in cui il detective Haley gli ha assicurato che non avrebbe subito altro processo.
Se fosse davvero lui l'assassino di Ylenia, rimarrebbe impunito? Questo è quanto è trapelato da un'intervista dell'agente speciale del Florida Department of Law Enforcement Dennis Haley, autore della riapertura del caso. E intanto spuntano anche particolari inquietanti sul come è stata uccisa la donna, o come venivano uccise le sue vittime, sulle quali lasciava una sorta di firma.
Racconto dell'uccisione di 'Suzanne'
La chiameremo 'Suzanne' fino al momento in cui non si avrà la certezza tramite le prove del dna che la donna uccisa dal camionista Keith Hunter Jesperson sia davvero Ylenia. L'uomo ha raccontato di aver dato dapprima un passaggio alla donna, conosciuta per caso in un bar, di averla violentata e poi strangolata con tre lacci di plastica.
Proprio quei lacci erano la sua firma omicida. La stessa modalità di uccisione era stata utilizzata anche per le altre donne uccise. Al momento, in relazione alle ultime indiscrezioni trapelate da alcuni quotidiani, pare che l'omicidio di Ylenia non porterebbe comunque ad una pena, ad un processo, considerando il caso inutile: l'uomo è infatti detenuto in Florida già da numerosi anni. Un caso che dura ormai da 22 anni, un serial-killer che non vivrà per scontare tutti gli anni di prigione già avuti per i precedenti sette omicidi, a partire da quello della sua fidanzata nel 1995.
Il dna della famiglia Carrisi
Potrebbero volerci ancora una ventina di giorni o forse anche di più, in considerazione che la notizia della riapertura del caso è trapelata quasi un mese dopo dalla richiesta del prelievo del dna di tutta la famiglia Carrisi.
Il completamento delle analisi porterebbe ad avere un risposta certa e una definizione del caso di scomparsa della giovane Ylenia: al momento gli esami in corso in Texas stanno analizzando il cranio della giovane 'Suzanne' uccisa, (anche se da alcune dichiarazioni, pare che il detective sia certo che sia lei, in considerazione dei denti del teschio). Un riscontro positivo porterebbe all'identificazione del profilo genetico estratto dalle ossa di un corpo di donna ritrovato in un bosco a Holt il 15 settembre 1994, nove mesi dopo la scomparsa di Ylenia, operazioni effettuate solo nel 2010 alll'Università del Texas. Se i resti dovesse corrispondere al confronto con il dna di Ylenia, il corpo potrebbe essere finalmente riportato in Italia e avrebbe la giusta sepoltura. Se desideri continuare a seguire il caso della scomparsa di Ylenia Carrisi, puoi cliccare su 'segui' in alto alla tua sinistra, e/o votare la news, cliccando sulle 5 stelle in alto a destra.