Si parla di svolta quella di stamattina in cui le indagini vanno avanti a seguito della scoperta di un cadavere che potrebbe essere quello di Ylenia, la figlia di Albano e Romina scomparsa ormai 22 anni fa, e della quale non si è conosciuta la verità sulla sua scomparsa. Particolari inquietanti emergono anche da alcune dichiarazioni di Albano che alcuni mesi fa aveva raccontato l'ultima telefonata con la figlia nella giornata del 31 dicembre 1993. È come se quella telefonata, in qualche modo, portasse ad ottenere qualche indizio in più della scomparsa di Ylenia, che zaino in spalla ricerca un passaggio per arrivare fino al Nevadae poi trova la morte.

Difficile dire perché Ylenia, nonostante le possibilità economiche, avesse deciso di fare il tour degli Stati Uniti da sola e in autostop, e non lo sapremo mai, forse il fascino dell'avventura che negli anni '90 aveva preso il cuore di tanti, ma una cosa è certa: i genitori non si sono mai arresi, sopratutto Romina, forse nemmeno Albano, che si è più rassegnato, anche se ora ci potrebbe essere la svolta.

Albano aveva richiesto il certificato di morte presunta

In base alle ultime indiscrezioni in materia del caso della scomparsa di Ylenia, è chiaro che le indagini si sono interrotte un anno fa solo in Italia, mentre in America le ricerche non si sono mai fermate. Il cadavere, ora oggetto di analisi perché dalla ricostruzione è stata rilevata una certa somiglianza con Ylenia, era rimasto senza nome, come senza identità era rimasta la ragazza ammazzata dal camionista Keith Hunter Jesperson, anche a seguito della sua confessione.

Nessuna ha infatti identificato il cadavere della donna, che secondo la dichiarazione dell'assassino aveva nome Suzanne. Indizio che ha portato sulla strada gli inquirenti, perché proprio quel nome era solito utilizzare Ylenia durante i suoi viaggi on the road, zaino in spalla e autostop per raggiungere una meta, anche da sola, come si pensa abbia fatto la notte del 31 dicembre 1993.

Albano nel 2014 aveva richiesto il certificato di presunta morte, mentre Romina aveva insistito per la continuazione delle indagini e per lasciare il caso aperto, anche se le indagini da più di un anno erano state archiviate. Non certo facile la decisione di Albano, che alcuni mesi fa anche aveva anche ricordato la figlia, dicendo di poter parlarne solo per cinque minuti e di non poter farlo per molto prima di starci male.

Il triste presagio nell'ultima telefonata con Ylenia

Proprio un paio di giorni fa Albano ha ricordato la figlia all'Arena di Massimo Giletti - forse anche perché erano i giorni in cui sono state avanzate le richieste dell'Interpol per il prelievo del dna, ma la notizia non era ancora stata diffusa - raccontando dell'ultima telefonata con la figlia, dopo la quale aveva avuto un triste presagio. Albano aveva infatti raccontato di aver visto cinquegatti neri di fronte alla sua abitazione, e che non aveva mai visto gli anali vicino a casa sua. Di seguito, il piccolo presepe che era stato allestito nella casa aveva preso fuoco. Tutti segni negativi, come li ha chiamati il cantante, che gli avevano provocato uno strano stato d'animo, come se dentro il suo cuore si anticipasse il cattivo avvenimento.

Durante il programma L'Arena, Albano ha anche raccontato che la figlia Ylenia aveva interrotto subito la telefonata dicendo di non voler parlare 'con questo coso di plastica' e che avrebbero parlato di persona. Purtroppo però quella fu l'ultima telefonata. Se il dna dovesse corrispondere e se la confessione dell'uomo dovesse rilevare che la donna uccisa 'Suzanne' è davvero Ylenia Carrisi, anche la coppia potrebbe trovare pace, e almeno avere una tomba su cui piangere. Se desiderate seguire gli aggiornamenti del caso di Ylenia Carrisi, cliccate su 'segui' in alto alla vostra sinistra, e /o vota la news, cliccando su una delle 5 stelle in alto a destra.