Dal Vangelo secondo Matteo: "Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo".
Parole che lasciano di stucco se confrontate con le stime degli ultimi anni sulla faccenda "preti e pedofilia". Nel 2004 sono state ben 800 le denunce ricadute sul clero per abusi su minori, e i numeri scendono di pochissimo per le stime degli anni successivi, che toccano sempre le 600 unità. Cifre agghiaccianti se si pensa che non siano nemmeno "globali", poichè non comprensive degli abusi rimasti silenti e impuniti o delle inchieste giudiziarie aperte dalla magistratura civile.
Il caso del Nunzio Apostolico Jozef Wesolowski
Si dice che Papa Wojtyla avesse avuto il pugno troppo debole in questo senso e che è stato con Papa Ratzinger che le cose sono cominciate a cambiare, fino ad arrivare, poi, a Papa Francesco e al suo "pugno di ferro" che ha fatto condannare addirittura un Nunzio Apostolico, Jozef Wesolowski, con cinque capi di accusa: detenzione e ricettazione di materiale pedopornografico; pedofilia, anche in concorso con il suo assistente ed amante, un ex diacono; lesioni gravi alle vittime; condotta offensiva verso la religione e la morale cristiana per aver visitato siti porno.
Come si ricorderà, il condannato si sentì male durante il procedimento, venne ricoverato in stato confusionale conseguentemente all'assunzione di farmaci ed alcol, ed è stato ritrovato morto nella sua abitazione in Vaticano, da dove gli era stato proibito di allontanarsi, prima ancora che il processo avesse luogo. Una storia che ha lasciato molti interrogativi, considerando anche il fatto che la carica investita da Wesolowski era di grande rilevanza.
Numeri da capogiro
E' stato lo stesso Vaticano a diffondere i dati relativi agli ultimi 10 anni, durante un'inchiesta dell'ONU.
Sarebbero circa 900 i preti spretati nell'ultima decade a causa di reati del genere. Per non parlare delle spese correlate a questa realtà: nei soli Stati Uniti la Chiesa ha speso circa 3 miliardi di dollari, nel corso di questi anni, per pagare spese legali, terapie, patteggiamenti e quant'altro.
Il film Spotlight, appena reduce dell'Oscar, si inserisce nella vicenda a pieno titolo poichè è incentrato sulla faccenda dell'insabbiamento dei reati coinvolgenti abusi su minori che si perpetravano nell'arcidiocesi di Boston.
L'arcivescovo in cui fu impersonato tale silenzio fu Bernard Francis Law, che molti dissero fosse malvoluto da Papa Francesco, che avrebbe voluto sollevarlo dal suo incarico.
Le voci sono rimaste infondate e sulla questione non si è più approfondito ma l'attuale cardinale della cittadina americana, Sean Patrick O' Malley, scelto dallo stesso Papa per presiedere la Commissione vaticana sulla pedofilia, porta sulle spalle un'eredità molto pesante.
Motivo per il quale ha fatto una scelta forte: ha venduto il palazzo vescovile tenendo per sé una residenza ordinaria, proprio per riuscire a risarcire le vittime di pedofilia senza problemi e senza lasciare nulla di irrisolto.
Sicuramente una faccenda scomoda per tutti, per la Chiesa ma anche per i laici, qualcosa che va al di là dei limiti dell'umanità, oltre che della religione, e che dovrebbe prevedere punizioni e risoluzioni in tempi brevi ed esemplari. Il controllo, poi, a priori, sarebbe un'arma in più per evitare che episodi come questi avvengano così spesso, non solo, ma anche uno strumento utile per agire in maniera tempestiva in concomitanza di reato.
I danni provocati sulla psiche dei bambini da questo tipo di eventi sono gravissimi, difficilissimi da sradicare e a volte fatali: ci sono ragazzini che non avranno mai più la possibilità di una vita normale. Complice il senso di "vergogna" o le minacce ricevute, troppo spesso questi reati rimangono impunti e silenti.