«Volevamo uccidere qualcuno. Volevamo vedere l’effetto che fa. Eravamo usciti in macchina la sera prima sperando di incontrare qualcuno. Poi abbiamo pensato a Luca, che il mio amico conosceva». Parole sconcertanti quelle pronunciate da Manuel Foffo di fronte agli inquirenti che cercano di fare luce sull’omicidio di Luca Varani, 23enne brutalmente assassinato in un appartamento della capitale dopo un festino a base di alcol e cocaina. Il giovane, che pertanto è stato "scelto" dai suoi aguzzini per pura casualità, è stato ucciso con una serie di atti terribili: sevizie, torture e infine il colpo di grazia dato con colpi di martello e coltellate.
L’assassinio si sarebbe consumato venerdì sera, ma solo nella serata di sabato il cadavere è stato ritrovato dalle forze dell’ordine dopo la segnalazione dello stesso Foffo. Il suo coinquilino, Prato, anch’egli implicato nella morte, quando si è reso conto, solo nella mattinata di sabato, una volta cessati gli effetti degli stupefacenti, dell’accaduto, ha cercato il suicidio in un hotel di Roma, ingoiando un mix di medicinali, ma è stato salvato dai carabinieri (in seguito è stato sottoposto a lavanda gastrica e piantonato dalle forze dell'ordine in ospedale). Con l’omicidio risale alla ribalta la tematica dell’aggressività causata dalle droghe. «Il policonsumo di alcol e sostanze psicotrope può favorire, in particolari situazioni sociali, azioni aggressive e violente, come quelle che hanno portato all’uccisione del ragazzo» ha detto lo psichiatra Alfio Lucchini, intervistato dall'agenzia AGI.
«Sostanze stimolanti, come la cocaina, l’anfetamina o la metanfetamina, agiscono a livello del Sistema nervoso centrale - ha spiegato Lucchini - e hanno un’effetto eccitatorio e disinibente. Da sole queste sostanze possono favorire azioni di tipo aggressivo. Dal canto suo, l’alcol, potenzia gli effetti delle sostanze psicotrope». Quando si dice che la droga uccide, talvolta si esagera. Ma stavolta è successo. E la vittima era decisamente quella sbagliata.