Per anni e anni Osama Bin Laden è stato considerato il pericolo "number One" degli Stati Uniti D'America così come dell'intero Occidente, e la sua "Al Qaeda" si è macchiata di diversi attacchi terroristici all'interno dei paesi occidentali e in tutto il mondo.
Da quando Bin Laden è stato eliminato in modo controverso dalle forze speciali statunitensi in Pakistan, ufficialmente l'Occidente si è sentito liberato dalla minaccia dell'islamismo radicale, ma in realtà tale "illusoria sensazione" è durata molto poco visto che Al Qaeda non è stata totalmente sconfitta e da diverso tempo la minaccia terroristica è rappresenta dall'ISIS, una formazione islamista ancora più radicale della stessa "Al Qaeda".
Il fatto è che per sconfiggere il terrorismo islamista e/o internazionale non bastano e non servono droni e/o discutibili uccisioni di leader fondamentalisti (com'era lo stesso Bin Laden), ma è necessaria prima di tutto una "guerra ideologica", che vada a colpire gli stessi fondamenti ideali su cui si fonda l'islamismo radicale e le cause che permettono la sua avanzata e il suo consenso.
La minaccia del figlio di Bin Laden
Secondo quanto riportato dalla testata web "Difesa Online", cinque anni dopo l'esecuzione del padre, il figlio di Bin Laden ha registrato e rilasciato un messaggio audio in cui invoca la "jihad globale" contro l'Occidente.
Il 23nne Hamza Bin Laden ha esortato i militanti islamisti radicali ad unirsi nella guerra "santa", dichiarando che "Tutti i jihadisti in Siria dovrebbero unirsi e lottare per liberare la Palestina", e "Non c'è più alcuna scusa valida per coloro che insistono sulla divisione e le controversie, il mondo intero si è mobilitato contro i musulmani".
L'interpretazione estremista dell'Islam che unisce Al Qaeda e l'ISIS
Nonostante siano in pessimi rapporti tra di loro almeno dal 2013, ciò che unisce Al Qaeda e l'ISIS (che è nata da una "costola" della stessa Al Qaeda) è l'interpretazione estremista dell'Islam sunnita.
Difatti, entrambe vedono come nemico principale la civiltà occidentale e/o europea, così come gli altri paesi "infedeli" e gli stessi islamici che non condividono la loro interpretazione estremista dell'Islam, sopratutto i sufisti e gli "eretici" sciiti.