Dall'Iraq giunge la notizia di un'ennesima nuova barbarie di cui si sono macchiati i miliziani del sedicente Stato Islamico.Secondo quanto riportato dal quotidiano "la Gazzetta dello Sport", nella città di Balad alcuni miliziani dell'ISIS si sono resi responsabili di un sanguinoso attacco terroristico in un bar dove abitualmente si riuniscono i tifosi del Real Madrid, soci della "Pena Iraq Blancos".
Stando alle prime testimonianze riportato nel già citato articolo della "Gazzetta dello Sport", si contano più di una quindicina di morti e una ventina di feriti, tra cui alcuni anche gravi.
Il calcio, fenomeno "immorale" e "infedele" secondo l'ISIS
Secondo l'ISIS e l'interpretazione estremista dell'Islam a cui esso si rifà, il calcio sarebbe espressione di "immoralità", specialmente e sopratutto quello "infedele" di derivazione occidentale e/o europeo.
Da un punto di vista ideologico e teologico, l'odio per il calcio e per lo sport degli estremisti islamisti ha sicuramente a che fare con la demonizzazione del corpo e della "volontà di potenza" che essi esprimono, espressioni ritenute indubbiamente facenti parte dello "spirito infedele" occidentale e probabilmente anche del retroterra più "pagano" dell'Europa, le cui antiche radici culturali e tradizionali (specialmente quelle greche-romane ma non solo) sono incentrate sul culto del corpo e dello sport.
L'odio per il vitalismo dell'estremismo islamista
L'odio per il calcio e lo sport dell'ISIS si inserisce nel più ampio odio del vitalismo che anima l'estremismo islamista nelle sue più ampie declinazioni.
Vitalismo che nel bene e nel male è invece sempre stato storicamente un cardine della civiltà europea e/o occidentale, il cui successo è stato possibile anche grazie alla sapiente utilizzazione dello "spirito dionisiaco" a servizio di quello "apollineo", usando la distinzione tanto cara al filosofo Friederich Nietzsche.
Al contrario, l'ISIS e in generale l'estremismo islamista mirano a demonizzare e distruggere ogni espressione "dionisiaca" della vita così come d'altro canto anche di quella "apollinea", e su quest'ultimo punto le distruzioni dei musei e di altre espressioni di arte e cultura ne sono una triste testimonianza.