News dallo spazio-La sonda Juno ha sfiorato Giove raccogliendo dati importantissimi ai fini della ricerca scientifica. La sonda lanciata dalla NASA ha accarezzato il gigante gassoso con una velocità pari a 200 mila chilometri orari e arrivando ad una distanza di 4 200 chilometri dalle sue nubi vorticose. Juno si era già avvicinata a Giove il 4 Luglio scorso, ma la delicata e inedita manovra ha consigliato ai tecnici della Nasa di spegnere tutti gli strumenti per concentrarsi solo sul buon esito delle operazioni. Stavolta invece gli strumenti erano tutti accesi e, per l’occasione, è stata creata una apposita macchina fotografica per immortalare questo storico momento.
È la prima volta, infatti, che un veicolo spaziale si avvicina così tanto al Pianeta Giove, si tratta di una missione che potrà dare importanti indicazioni utili sul quinto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal sole, il più grande di tutto il sistema planetario. Presto, quindi, il mondo potrà vedere le suggestive immagini ad altissima risoluzione come mai sono state scattate prima scattate da Juno e gli scienziati potranno acquisire materiale fondamentale a dare risposte su questo suggestivo pianeta così simile al sole e simbolo di tante culture che hanno creduto negli dei. Le operazioni della sonda Juno sono state spiegate dal responsabile scientifico presso il Southwest Reserach Istitute di San Antonio, Scott Bolton, che ha raccontato di come questo avvicinamento a Giove sia seguito da altri 35 tentativi che si terranno da qui al mese di Febbraio.
Gli scienziati vogliono capire se su Giove c’è dell’acqua e Juno potrà dare delle ottime risposte in merito. La sonda è stata lanciata nello spazio dalla Nasa nell’agosto del 2011 ed è arrivata a destinazione quest’anno.
Una missione che parla italiano
Degli strumenti utilizzati dalla Nasa per questa missione, due sono italiani e sono stati realizzati con il supporto dell’Agenzia spaziale italiana.
Si tratta di una camera a infrarossi dotata di spettrometro che servirà a studiare la chimica e le dinamiche delle aurore gioviane, l’altro strumento realizzato in Italia è l’esperimento di radioscienza KaT che analizzerà la struttura interna di Giove per mappare il campo di gravità del pianeta.