La fugace lettura del mappamondo può trarre in inganno, così come il sorvolare ingenuamente punti strategici molto importanti a livello geopolitico. Bene, l'enclave russo di Kaliningrad è uno di questi. Nonostante si trovi confinata tra la Polonia e la Lituania, era uno dei porti più ambiti da Stalin, insieme a quello di Sebastopoli, in Crimea. In un intervista alla Stampa, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha fatto un riferimento al riguardo, forse inascoltato, ma utile per capire.
Sul finire della Seconda Guerra Mondiale, Roosevelt, Churchill e Stalin si incontrano a Yalta. Il pacchetto di richieste sovietiche comprendeva vari porti in acque temperate; accordo raggiunto in seguito, a Postdam. La Guerra Fredda era già iniziata e questo avamposto nel cuore dell'Europa Orientale avrebbe giocato un ruolo determinante per gli equilibri geopolitici. Oggi, Kaliningrad appare dimenticata agli occhi del mondo, ma in futuro simbolizza le dinamiche sociali, economiche e politiche che vive il continente europeo. Tanto Mosca come Bruxelles tentano di trovare il bandolo della matassa senza infastidirsi, mentre i suoi abitanti con un profondo problema identitario, cercano un posto tra la nuova Europa comunitaria e la post-sovietica.
I missili Iskander
Iskander - M è un sistema di missili tattici atti a colpire obiettivi aerei, navali e terrestri fino a una distanza massima di 500km. Il posizionamento proprio nella provincia di Kaliningrad è meramente strategico, afferma un portavoce del ministero della difesa russo. Mentre il presidente dell'Accademia di Geopolitica, Konstantin Sivkov avverte: -"Alcune batterie di missili tattici Iskander si trovano in quella zona come conseguenza diretta alla crescente tensione tra Russia e Usa"-. Dall'altro canto i vertici della Nato temono che il dimenticato sistema missilistico russo non sia poi così arrugginito, dato che occorrono in totale circa quindici minuti per il lancio. Lo scopo di tutto ciò potrebbe essere il desiderio di una nuova Yalta?