5 novembre 2016 – Danilo Calonego e Bruno Cacace, gli italiani sequestrati a Ghat, in libia, il 19 settembre, insieme ad un collaboratore canadese, sono rientrati In Italia. La Procura di Roma sta indagando per terrorismo e rapimento.
I sequestratori erano mascherati ed armati
I due tecnici italiani rapiti lo scorso 19 settembre in Libia, sono stati finalmente liberati attraverso un’operazione chiamata “operazione intelligence” svolta dalle Forze di sicurezza del Consiglio Presidenziale. I due ex prigionieri sono rientrati immediatamente in Italia ed hanno affermato di non aver subito alcun tipo di violenza da parte dei rapinatori.
Sia Bruno Cacace, residente a Cuneo, che Danilo Calonego, residente nella provincia di Belluno, erano stati rapiti tra le 7 del mattino e le 8 del 19 settembre scorso in un paesino del sud della Libia. Coloro che li avevano sequestrati, si erano presentati mascherati ed armati. I due italiani ed il collaboratore Canadese, sequestrato anche lui quella mattina, erano tecnici della ditta Con.I.Cos, presente in Libia per occuparsi dell’aeroporto della cittadina e della manutenzione.
Un rapimento avvenuto 'per errore'
Ad indagare sulla vicenda del rapimento è il Pm di Roma Sergio Colaiocco, che ha ascoltato i due italiani rapiti ed ha accolto le loro testimonianze; secondo ciò che è stato raccontato dai due ex prigionieri, sembrerebbe che durante la loro reclusione non siano mai stati separati, né tantomeno picchiati o maltrattati.
Sembrerebbe inoltre che i due rapinatori non volessero loro, ma il proprietario dell'aziendaed il suo denaro, e che quindi questo sia stato un rapimento avvenuto per errore. A testimoniare ciò, sarebbe stata una frase pronunciata dai uno dei due uomini mascherati, che durante il sequestro avrebbe affermato più volte in arabo “qui lui non c’è”.
Sembrerebbe inoltre che non vi sia alcun collegamento religioso con il rapimento, in quanto, secondo ciò che è stato affermato dai due italiani, i rapinatori bevevano alcolici spesso e volentieri e non pregavano mai.