A seguito dei terremotiche stanno scuotendo l'Italia in questi giorni, le persone hanno cominciato a preoccuparsi dei vulcani presenti sulla penisola. Quelle attivi, ovvero quelli che sono eruttati durante gli ultimi 10.000 anni, sono ben 10, e di questi alcuni sono davvero molto pericolosi. Dopo il sisma di domenica 30, tutti gli occhi della popolazione Italiana sono stati erroneamente puntati sul Vesuvio, ritenuto dalla cultura popolare il vulcano italico più pericoloso. La direttrice dell'Osservatorio Vesuviano Francesca Bianchi, ha spiegato come il vero pericolo non sia il Vesuvio, che per ora continua tranquillamente a dormire, ma i Campi Flegrei di cui è stato recentemente aumentato il livello di allerta.

Il terremoto del 30/10 e i Vulcani

Fra il Terremoto del 30/10 e i vulcani non sembra ci sia, per ora, alcuna correlazione.Le cause dell'ultimo sisma avvenuto sono da imputarealle dinamiche dell'Appennino che sta cambiando conformazione fisica. Questo, per ora, non è sembrato incidere sui vulcani e men che mai sul Vesuvio. L'unico vulcano da temere a detta della dottoressa Francesca Bianchi sono i Campi Flegrei. L'INGV, per chiunque fosse interessato, rilascia sul proprio sito web con cadenza settimanale dei rapporti e degli aggiornamenti sullo stato dei vulcani attivi in Italia che sono: i Campi Flegrei, il Vesuvio, l'Etna, lo Stromboli, i Colli Albani, l'Ischia, il Lipari, il Vulcano, la Pantelleria e l'Isola Ferdinandea.

Salito il livello di allerta per i Campi Flegrei

Esistono quattro livelli di allerta, il primo è quello verde, ovvero il meno pericoloso, il secondo è quello giallo, dove i geologi cominciano a prestare molta più attenzione ai parametri del vulcano per via di alcune anomalie, il terzo è quello arancione, che è il pre-allarme e il rosso è il livello di allerta massimo.

Per ora il livello di allerta del Vesuvio è verde, mentre quello dei Campi Flegrei è giallo,poiché il terreno ha cominciato a deformarsi e dal 2005 è variata la composizione chimica dei gas che fuoriescono dallefumarole della Solfatara e di Pisciarelli. Ma niente paura, il nostro istituto geologico ha cominciato a monitorare i parametri in maniera più insistente, così da avvertirciin tempo per un eventuale evacuazione.