Una donna malata di cancro al seno e sottoposta alla chemioterapia - con tutti gli effetti collaterali che questa comporta - è stata fermata dagli addetti alla sicurezza dello scalo aeroportuale di Los Angeles, ed è stata trattata senza alcun riguardo, al punto da farla sentire stuprata. La vicenda è emersa grazie allo sfogo pubblicato su Facebook dalla protagonista, insieme ad un video girato da chi la accompagnava.
Il post ha avuto una risonanza tale che sta attirando l'attenzione dei media di tutto il mondo.
Il controllo di sicurezza
La donna si trovava nell'area dei controlli di sicurezza dell'aeroporto di Los Angeles. Gli scanner hanno rilevato la presenza nella borsa di un barattolo di crema di formato generalmente non trasportabile come bagaglio a mano, e come da protocollo gli addetti alla sicurezza hanno deciso di estendere il controllo. La donna ha spiegato di avere dei problemi di salute, in quanto sottoposta recentemente ad un intervento di mastectomia ed in cura con la chemioterapia, e che quella crema le serve proprio per i disturbi provocati da questa terapia.
Ma gli agenti non hanno sentito ragioni, e hanno proceduto a controllarla come se nulla fosse, umiliandola pubblicamente.
Perquisita bruscamente dagli addetti alla sicurezza
Gli agenti hanno chiesto alla malcapitata di togliersi le scarpe per passarle sotto lo scanner, al che la donna ha chiesto di essere esentata dal farlo a causa delle piaghe che le sono venute a causa della chemioterapia, che oltre ad averle fatto perdere i capelli, le ciglia e le sopracciglia le ha creato problemi alla pelle. Gli agenti hanno acconsentito a questa richiesta, però l'hanno perquisita con metodi piuttosto bruschi. Una agente donna le ha palpato anche i seni, nonostante la passeggera avesse fatto presente di essere stata recentemente operata.
Il video mostra solo una parte di ciò che ha subito la donna, che si è vista anche deridere da un agente che perquisendo la sua borsetta ha trovato una confezione di ciglia finte. Inoltre alla poveretta a causa delle terapie sono caduti tutti i capelli e indossa una parrucca. Gli agenti hanno iniziato a toccargli la testa, e la donna - che non si lascia vedere da nessuno senza parrucca - temeva che gliela rimuovessero. Per fortuna è intervenuto un terzo agente, che le ha consentito di passare, interrompendo il supplizio.
La vicenda ha suscitato indignazione
Un'esperienza traumatica per la signora, già fortemente provata dalla malattia e dalle cure a cui è sottoposta. Dopo la pubblicazione del video su Facebook il caso ha suscitato un'ondata di indignazione, e alla questione si sono interessati diversi media.
Ci auguriamo che il caso possa servire per fare in modo che chi coordina i controlli di sicurezza negli aeroporti istruisca il personale per avere modi più cauti e premurosi, quando si trovano alle prese con persone colpite da seri problemi di salute.