I messicani vivono con incertezza la vittoria di Donald Trump. Ancora non sanno come saranno i rapporti del messico con la nuova amministrazione del governo americano. Se costruirà il Muro nella frontiera o no, se aumenterà le commissioni per l’invio di denaro o se vieterà il servizio per gli immigrati clandestini.

Politica estera di isolamento

Albinson Linares, giornalista venezuelano, editor del New York Times in spagnolo, con sede a Città del Messico, crede che saper leggere alcune caratteristiche del personaggio Trump potrebbe contribuire a prevedere parte dello scenario.

In un’intervista esclusiva con Blasting News, Linares ha spiegato che la politica estera di Trump sarà probabilmente “isolante per minimizzare gli effetti economici della globalizzazione. Trump potrebbe fare uscire gli Stati Uniti da accordi internazionali per stabilire accordi bilaterali più vantaggiosi. E creare così una specie di bolla di prosperità per rispettare le promesse fatte al nucleo duro dei suoi elettori”.

Negoziati con Enrique Peña Nieto

Linares ricorda che il presidente del Messico, Enrique Peña Nieto, è stato l’unico presidente dell’America latina – e forse del mondo – che prese una posizione a favore di Trump quando era candidato: “Per questo ha pagato un prezzo alto, ha avuto molte critiche tra i messicani.

Ma secondo molti analisti questo potrebbe aiutare a negoziare in maniera diversa con il Messico. Aiuterà che Trump voglia rinegoziare trattati finanziari ed economici… I messicani hanno molte aspettative su quanto può succedere. Hanno legami politici, sociali, culturali, storici ed economici con gli Stati Uniti e con il Canada.

Ma soprattutto con gli Usa, perché è il mercato più grande”.

Il peso delle misure economiche

“Qualsiasi misura economica di Trump – ha aggiunto Linares – influirà sul peso messicano. Già quando era candidato la moneta fluttuò abbastanza. Adesso si attende una svalutazione del peso messicano, che preoccupa molto la popolazione.

Le ripercussioni economiche sono quelle che preoccupano di più i cittadini: l’inflazione e gli stipendi della classe più impoverita del Paese. Per questo sono attenti a quanto succede. Negli anni Ottanta hanno vissuto l’iper-inflazione e nessuno vuole un ritorno di quella situazione”.

Esperienza latinoamericana

Secondo Linares, se esiste una collettività che può essere pronta per pronosticare quello che Trump farà, quella è la comunità latinoamericana: “Siamo abituati ad avere presidenti autoritari, arroganti, populisti, con discorsi caudillisti. Trump sembrerebbe avere tutti i requisiti per diventare un caudillo. Speriamo che il confronto con la Camera dei rappresentanti e il Senato, così come la Corte Suprema de Giustizia, equilibri i possibili eccessi del presidente”.

In sintesi, da questi negoziati costanti nel complesso apparecchio di istanze di potere negli Stati Uniti potrebbero uscire buone misure. Dal punto di vista economico ma anche sociale: “Ci sono molte incognite. La politica estera è una di loro. Ma sarà una dinamica interessante che fortificherà la democrazia degli Stati Uniti”.