Nonostante ieri, 22 gennaio 2017, a Pescara sia stata ritrovata una sesta vittima (un uomo travolto dalla slavina abbattutasi sull’Hotel Rigopiano), continuano senza sosta le ricerche volte a salvare altre vite. Se si considera il corpo ritrovato, le persone da individuare restano 23 e le speranze di trovarle in vita diminuiscono, anche se gli uomini impegnati nelle ricerche non si arrendono.
La tecnologia in aiuto dei soccorritori
Luca Cari, portavoce dei vigili del fuoco, dichiara che la speranza è che "la slavina non sia penetrata in tutti i locali dell’hotel, ma che ci siano ancora dei luoghi intatti dove ritrovare persone vive da portare in salvo". Cari spiega le modalità di soccorso dei vigili del fuoco: "Si sta avanzando dentro l’albergo sul percorso che ha permesso di trovare nuovi superstiti. L’aiuto di un escavatore ha permesso di rompere quell’ammasso di neve che impediva ai mezzi pesanti di arrivare fino al resort".
La tecnologia, inoltre, sta garantendo la sicurezza dei soccorritori.
Infatti, sono stati installati alcuni strumenti che aiutano a monitorare l'attivazione di nuove valanghe sul versante sovrastante l'hotel rigopiano. Ciò è stato reso possibile grazie al Centro di competenza della Protezione civile, all'Università degli studi di Firenze e al Dipartimento di Scienze della Terra. Tra questi, è operativo un radar di registrazione dei movimenti del versante, in grado di allertare, con una cinquantina di secondi di anticipo, in caso di valanghe e frane veloci.
I bambini salvati stanno bene
Nonostante tutto, oggi c'è stato un sospiro di sollievo per i bambini salvati dalla macerie, dimessi dall’ospedale senza alcun danno fisiologico. Tuttavia, essi saranno seguiti da psicologi, per via delle ripercussioni psichiche che potrebbero esserci.
L'ultimo aggiornamento è, dunque, di 9 persone tirate fuori vive dalle macerie, 6 vittime accertate e 23 dispersi. Si sentono diversi rumori, ma non le voci degli ospiti dell'hotel. La Protezione Civile ritiene sia la struttura dell'albergo che sta cedendo sempre più. Si continua così a scavare in condizioni estreme e con cautela, per non mettere a rischio la vita dei soccorritori. L’incubo, quindi, continua per i parenti delle vittime, mentre i familiari dei dispersi confidano ancora in quegli eroi che hanno fatto e stanno facendo l’impossibile per salvare vite umane.