Slitterà ancora di un mese l'atteso deposito delle motivazioni della sentenza di condanna a trent'anni di carcere, emessa lo scorso 17 ottobre dal gup del tribunale di Ragusa, nei confronti di Veronica Panarello, la giovane mamma siciliana incriminata con l'accusa di avere ucciso il figlio Loris Stival, di appena otto anni, ucciso il 29 novembre del 2014 a Santa Croce Camerina e poi abbandonato in un torrente tra le campagne adiacenti il castello di Donnafugata.

Il giudice per le udienze preliminari del tribunale ragusano, che ha processato la donna con il rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica, ha chiesto e ottenuto l'autorizzazione a una proroga di un mese rispetto ai novanta giorni previsti, dal presidente del tribunale Salvatore Barreca.

Attese le motivazioni della sentenza di condanna della mamma di Loris

Molto grave il reato (omicidio volontario e occultamento del cadavere) e molto complesso il procedimento penale che ha portato alla condanna in primo grado di Veronica Panarello. La donna, che respinge le accuse, ha cambiato più volte versione delle sue ricostruzioni del giorno del delitto, tirando in ballo anche altre persone, come il suocero, Andrea Stival, con il quale la donna avrebbe intrattenuto una relazione extraconiugale.

Secondo l'ultima ricostruzione della donna il suocero sarebbe l'assassino di Loris, il movente sarebbe, secondo questa versione, la "minaccia" del piccolo di rivelare la storia clandestina tra il nonno paterno (che respinge ogni accusa mossa nei suoi confronti) e la mamma. Veronica dice che avrebbe avuto un ruolo nell'occultamento del cadavere ma non nell'uccisione del piccolo. Ma il giudice non le ha creduto. Per questo il gup Andrea Reale ha chiesto e ottenuto dal presidente del tribunale di Ragusa la proroga dei termini per il deposito delle motivazioni della sentenza che, come già annunciato dall'avvocato Francesco Villardita, sarà impugnata dalla difesa della donna che punta all'assoluzione nel processo di secondo grado.

Il gup ha chiesto e ottenuto altri trenta giorni rispetto ai novanta previsti

"La complessità del procedimento - ha scritto il giudice per le udienze preliminari nell'istanza inviata al presidente Barreca - tenuto conto della gravità del titolo di reato e alla luce del rito scelto (abbreviato condizionato a perizia psichiatrica), in relazione - ha aggiunto - al ponderoso compendio probatorio raccolto nel corso delle indagini, unitamente all'assenza di qualsiasi sgravio di lavoro dello scrivente giudice nel periodo in questione, induce a chiederle - ha scritto il gup nella richiesta al presidente del tribunale di Ragusa - una proroga per un termine di trenta giorni nel deposito della suddetta sentenza".

Il presidente del tribunale, Barreca, ha accolto la richiesta prorogando il termine per il deposito della sentenza. Tra un mese si conosceranno quindi i motivi che hanno spinto il gup a condannare la mamma di Loris, poi si aprirà un altro capitolo per il processo d'appello.