Vietato speculare sul dolore, vietato fare i selfie tra le macerie e sui luoghi di amatrice distrutti dal sisma dello scorso 24 agosto. Non c'è bisogno di un'ordinanza né di un atto formale. sergio pirozzi, ormai conosciutissimo sindaco di Amatrice, stimato anche per il suo stile diretto, l'ho ha detto chiaro e tondo durante un collegamento con il tg3: che nessuno venga ad Amatrice a farsi selfie sulle macerie, perché poi "mi incazzo".

Niente tour delle rovine

Nel corso del collegamento, il sindaco di Amatrice ha spiegato che dopo i drammatici eventi legati al terremoto, Amatrice e le sue frazioni, sono, e non potrebbe essere altrimenti, luoghi di dolore dove, tra il ricordi dei familiari e dei propri cari che non ci sono più e il ricordo di borghi che pure non ci sono più, si cerca faticosamente di ricominciare a vivere e di riavviare attività produttive.

Certo che sono bene accetti e benvenuti turisti che desiderino ammirare le belezze della natura, vivere la montagna e i paesaggi, ma non chi arriva per fare il tour delle rovine.

Non si può neanche pensare che qualcuno vada ad Amatrice per il 'gusto' davvero inopportuno, irrispettoso, se non macabro, di voler fare selfie tra i detriti, tra le macerie che sono simbolo anche di una condizione umana: di chi vive ogni giorno la propria croce, non solo in corrispondenza del Venerdì Santo appena trascorso.

Il sindaco sempre battagliero e diretto, ha raccontato di aver sorpreso a Pasquetta un gruppetto di ragazzi che facevano selfie, poco lontani dal centro di Amatrice, e di averli cacciati anche bruscamente. Non è la prima volta che la cosa accade ad Amatrice: Pirozzi ha ricordato di aver visto analoghe scene quando era in corso la demolizione della caserma della Forestale.

Comportamenti all'insegna della mancanza di rispetto e di un totale vuoto di valori da parte di chi li agisce, che purtroppo sono segnalati anche nei luoghi dove avvengono crimini efferati.

Turismo della solidarietà e dell'ambiente contro gite dell'orrore

Il sindaco Pirozzi è, giustamente, indignato. Ovviamente il suo 'divieto' di fare selfie sulle macerie è simbolico, non è scritto su un'ordinanza e fa appello alla coscienza di chi ce l'ha, e al rispetto di una comunità che ha perso tutto. Per Pirozzi, è inconcepibile che sparuti 'imbecilli' presi dall'esaltazione dell'immagine, possano anche solo pensare di venire ad Amatrice per fare selfie tra le macerie che raccontano storie di dolore, di familiari, di amici, di affetti perduti per sempre.

Conta invece e tanto, il turismo che fino a oggi è stato prevalente quello della solidarietà vera, al quale il sindaco spera che si possa affiancare presto, in attesa della ricostruzione, il turismo dell'ambiente. Di chi, nel rispetto di una terra colpita, voglia stare tra luoghi bellissimi e incontaminati e assaporarrne la bellezza. aiutando così l'economia locale a ripartire.