Giudicare non è mai un atto degno di intelletto, farlo senza possedere i giusti mezzi porterebbe ad una netta divisione. Evitare di parlare di un determinato argomento diventerebbe un atto di vera sfida, come quella della Blue Whale. Il disagio giovanile e l'incoscienza di chi pensa di aver raggiunto l'onnipotenza sono argomenti cari a chi cerca di decifrare una serie di comportamenti inspiegabili ai più, ma che contengono un filo logico. Spesso evidente.
Capire, comprendere, dedurre non sono di certo termini attribuibili all'adolescenza e ad un mondo spesso oscuro che ruota intorno a questa fase della vita.
Uno sbalzo psicofisico che talvolta dura fino ai 25 anni e porta al compimento di atti coraggiosi, che oltrepassano qualsiasi limiti. E le sfide da oltrepassare sono fatali, racchiuse in un turbinio di emozioni troppo spesso soffocate per via di una mancanza di dialogo. Morti per incoscienza, piccoli uomini volati via per una disattenzione fatale. C'è chi afferma che determinati atti non siano figli di incoscienza o bisogno di attenzione, ma l'esistenza di un vero e proprio limite dove spingersi oltre, il retrogusto di proibito che spesso ha il sapore della morte.
Livorno, diciottenne folgorato dall'alta tensione
Voglia di trasgredire, forse celata da scuse che faticano a stare in piedi. Giordano Cerro, studente romano presso un istituto alberghiero, era in compagnia di un suo amico di corso: i due stavano rientrando dopo una serata passata insieme.
Forse la stanchezza, forse la voglia di rischiare. I due, tornando all'istituto livornese che li stava ospitando, hanno notato la stazione dei treni. Per poter rientrare prima nella struttura che li ospitava, hanno scavalcato il muro di protezione e hanno attraversato il binario. Una locomotiva, secondo le prime ricostruzioni, ha attirato la loro attenzione.
Giordano è salito e ha chiesto all'amico: "Fammi una foto".
Scarica di oltre tremila volt, corpo scaraventato all'indietro. Inutili i tentativi di rianimazione da parte dell'amico. Le prime indagini escludono anche un eventuale contatto con i cavi. Si indaga sulla mancanza di protezioni, anche perché una scarica simile non lascia scampo nemmeno se troppo vicina.
Una voce che urla, ma che spesso non viene mai ascoltata
Un selfie con un treno in corsa, una sfida a livelli definita Blue Whale. Una foto sopra un vagone apparentemente innocuo. Oltre ad avere un denominatore comune come il treno, questo disagio giovanile continua a far riflettere tutti. Non è possibile che un giovane dichiari un suicidio per poter superare un livello di una sfida. Non è nemmeno possibile non conoscere un pericolo di un vagone abbandonato. Non sarà il caso di Giordano, scomparso per una tragica fatalità, ma dietro questi gesti ci sono dei problemi inascoltati, delle voci che urlano continuamente. Ma a cui non viene mai data vera importanza.
Voglia di mettersi in mostra, voglia di dire "Ehi noi siamo qua", a discapito anche della propria vita.
No, non può essere soltanto un gioco. questa generazione è figlia di una precedente che si è spogliata completamente di ogni valore, una generazione fondamentalmente inesistente che tace praticamente su tutto. Un cambiamento epocale, dove la tranquillità di una routine era l'aspirazione massima. Dove i problemi venivano accantonati sotto il tappeto come la polvere più fastidiosa.
Questa generazione non sembra voler tacere, ma per farlo sta utilizzando una delle più grandi invenzioni dell'uomo trasformata soltanto in un grande palcoscenico: stiamo parlando di internet e della voglia di mettere in mostra il proprio essere. Prevalere sull'altro, anche andando a sfidare la morte. C'è un problema di fondo, ma nessuno vuole guardare in faccia la realtà. Per paura, probabilmente per abitudine. Si parla spesso di giovani, ma non si parla mai realmente con loro.