È proprio durante il concerto della popstar, idolo dei teenagers, Ariana Grande, che un altro attentato piega la Gran Bretagna. In una Manchester Arena gremita di adolescenti, Salman Abedi, un 23enne britannico di origini libiche, si è fatto esplodere. Domenica 21 maggio, alla fine della performance canora, mentre i ragazzi (alcuni accompagnati dai genitori) si apprestavano ad uscire, un boato ha fermato la città.

22 le vittime ed all'incirca 120 i feriti. "L'attentatore è tra le vittime - assicura Ian Hopkins, capo della polizia - ha utilizzato un ordigno improvvisato, ma non ha agito da solo". Infatti non è trascorso molto tempo dall'arresto di altri due sospettati, nonché il padre e due fratelli di Abedi, Ramadan, Ismail e Hashem, arrestati tra Londra e Tripoli. Mercoledì altri cinque uomini sono stati intercettati.

L'Isis ha rivendicato l'attentato, prima ancora che il nome di Abedi venisse confermato. "Salman - raccontano i vicini di casa - da qualche mese aveva atteggiamenti strani - era solito recitare in strada le preghiere islamiche", mentre un compagno dell'università di Salford, in un'intervista al Times ha dichiarato: "Era appena tornato dalla Libia, dove aveva trascorso tre settimane".

Molte le falle che emergono: il giovane Salman era già noto ai servizi segreti, che lo tenevano d'occhio a causa del suo legame con un noto reclutatore di combattenti per lo Stato Islamico, Raphael Hostey.

Oltretutto "Il padre Ramadan - fa emergere il sito della tv Sky News Arabiya - aveva fatto parte del Libyan Fighting Group, un'organizzazione islamica armata legata ad al Qaeda"

Su tutte le furie il Primo Ministro Theresa May, che si scaglia contro Trump, denunciando così la fuga di notizie "L'intelligence americana deve mantenere il silenzio riguardo le informazioni che i nostri servizi si scambiano". La premier si riferisce, in parte, anche alle foto pubblicate dal quotidiano New York Times, che mostrano l'ordigno utilizzato nell'attentato all'Arena, sottolineando la sua complessità "piccolo ma estremamente potente". Ciò allude alla presenza di una "rete" che abbia agito assieme a Salman.

Un attentato, questo, che ha sconvolto tutti noi, perché ha colpito innocenti, giovani ragazzine e ragazzini, pronti a festeggiare in una giornata che, però, ha distrutto per sempre le loro vite.

Tra queste quella della prima vittima identificata, la 18enne Georgina Bethany Callander, che sui social condivideva l'emozione di assistere all'evento. Oppure quella di Saffie Rose Roussos, di otto anni appena, la cui esistenza è stata interrotta troppo precocemente.

E a chi esorta ad andare avanti per non darla vinta a queste bestie, vorrei ricordare che abbiamo già perso. Tutte queste vittime ce lo confermano.