Esattamente il 26 luglio 2017, quando anche l'Italia, da sempre fanalino di coda nella storia del progresso, ha fatto del femminicidio un vero e proprio decreto, la tunisia si appresta a votare la legge contro la violenza sulle donne. Non solo, la norma prevede la punizione di qualsiasi reato legato a tale genere, facendo della parità e dell'uguaglianza il proprio obiettivo. Nonostante il moderno Codice di Statuto Personale, approvato nel 1956 e contenente concetti di equità fra uomo e donna, con l'aggiunta di principi laici e innovativi, lo Stato del Nordafrica si è sempre mosso lentamente, mantenendo le proprie posizioni conservatrici.

Ma ora lo scenario è cambiato: 146 i voti a favore di grandi ed importanti azioni. Prima fra queste l'abolizione di un articolo, precisamente il 227 bis del Codice penale, che prevedeva sì una pena di 6 anni a chi si è macchiato di "atti sessuali nei confronti di una minore di 15 anni", ma ha anche concesso "il cadere della sanzione in caso di matrimonio riparatore con la vittima".

La nuova direttiva ha annunciato l'articolo 17, di estrema rilevanza perché obbliga i colpevoli di molestie verso le donne per strada o in spazi pubblici a sborsare da 500 ai 1000 dinari, a seconda della gravità. Inoltre prevede un'innalzamento dell'età del consenso, passato dai 13 ai 16 anni. Chiunque sfrutti i minori per i lavori domestici sarà punito dai 3 ai 6 mesi di reclusione.

Erano anni che le organizzazioni per i diritti delle donne si battevano. Ma fino ad ora comandava il capofamiglia, l'uomo ed il padre padrone che elargiva attenzioni ben differenti alle figlie rispetto ai figli, a favore, logicamente, di questi ultimi non solo in termini di eredità. Senza dimenticare il divieto alle donne di amare una persona di diversa religione, divieto però, che non sussiste per gli uomini.

Per tali ragioni, l’organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, ossia lo Human Rights Watch ha dichiarato: "Siamo contenti del risultato raggiunto, ma non possiamo fermarci. Siamo ancora parecchio indietro rispetto alle aspettative. Ora pretendiamo che il governo si faccia carico della protezione necessaria a tutti coloro che sono in difficoltà, in particolare le donne, ancora oggi abbandonate ai propri destini".

Rimane un'unica domanda: sarà questo un esempio anche per gli altri paesi arabi dove, invece, la donna è un nemico da debellare?