L'Antitrust punisce Trenitalia per aver omesso all'interno del portale online, delle App correlate ai self-service delle varie stazioni la presenza di treni regionali. Questi, tra le alternative più economiche, sono stati cancellati per far posto alle Frecce, generalmente più costose. Tra le soluzioni meno esose anche i viaggi con il cambio. Anche per questi ultimi la società ha reso la rintracciabilità più faticosa. Infatti, solo ed esclusivamente tramite l'apposita selezione "Regionali", permessa nell'area della ricerca sul sito internet, è possibile rilevare le seguenti opzioni.

Multa salatissima

Per tale motivo, 5 i milioni di euro che Trenitalia è tenuta a pagare. Se per molti di noi si tratta di una cifra parecchio ingente, considerato che rappresenta anche il massimale che il Garante per la Concorrenza può imporre in tali casi, lo stesso non si può dire per le Ferrovie Italiane. Solo nel 2016, infatti, queste hanno guadagnato 9 miliardi, una cifra garantitagli da quei clienti ai quali oltre il danno hanno causato anche la beffa. Dunque, alla società sono stati obbligati anche spiegazioni e chiarimenti in forma pubblica.

Da quanto emerge "Trenitalia dovrebbe attenersi al Regolamento Europeo numero 1371 del 2007, ma pare proprio non averlo rispettato". Tale articolo sancisce che "la disponibilità di informazioni ed i biglietti per i passeggeri del trasporto ferroviario dovrebbe essere agevolata, adeguando i sistemi telematici in conformità di una specifica comune".

"Ciò perché il cittadino viene considerato parte debole e come tale i propri diritti devono sempre essere salvaguardati"

Sono circa 8 anni che la società non si attiene alle norme imposte

Eppure sono circa 8 anni che la società non si attiene alle norme imposte. Possibile che ci si accorga solo ora, nonostante molti sono stati i ricorsi dei passeggeri?

Tale notizia ha generato lamentele su tutti i fronti per "un servizio che - dai commenti dei viaggiatori pronti a sfogare la propria indignazione sui social network - risulta inadeguato, ingiusto e farlocco".

Differente, invece, l'opinione di Trenitalia che si dichiara innocente. "Il nostro pensiero principale è sempre stato il cliente, pagheremo quello che ci spetta, ma si tratta di un'ingiustizia".

Forse se la società che in Italia stima un enorme patrimonio monetario cambiasse ottica, divenendo più modesta ed ammettendo i propri sbagli, non perderebbe i suoi fedeli clienti.