Le Fake News, termine inglese utilizzato per indicare le notizie false, esistono da sempre, così come le bugie e i pettegolezzi, ma grazie alla viralità dei moderni mezzi di comunicazione e di informazione hanno assunto una caratteristica preoccupante. Facendo spesso ricorso alla teoria del complotto danno risposte semplici a complesse problematiche sociali, economiche e politiche influenzando scelte e comportamenti.

Cosa sono le Fake News?

Secondo la definizione coniata da Melissa Zimbard, docente di comunicazione presso il Merrimack College e promotrice dell'iniziativa Open Surces, progetto nato per mappare le notizie false, le Fake News, sono delle notizie inventate di sana pianta o che distorcono la realtà, promosse da fonti volte a disseminare contenuti ingannevoli.

Nel mirino di queste vere e proprie truffe ai danni dell'informazione vi sono molteplici ambiti: dallo spettacolo, allo sport, dalla medicina alla politica. Ne sa qualcosa la Presidente della Camera, Laura Boldrini, vittima anch'essa di questo vortice di disinformazione, la quale in occasione del convegno "Bufale in rete: come riconoscerle" ha dichiarato: "Per riconoscere e combattere le fake news bisogna lanciare un grande progetto di educazione civica digitale che coinvolga le istituzioni, il ministero, le aziende, i social media, rivolto al mondo del lavoro".

Con la rivoluzione digitale è cambiata la capacità di propagazione delle news.

Seppur vero che la storia della disinformazione ha origini antiche, basti pensare ai sonetti diffamatori in voga nelle principali città Europee nel Seicento, oppure ai "canard", avvisi del Settecento che diffondevano notizie fuorvianti, oggi grazie a una delle peculiarità della nostra epoca: la viralità, la cattiva informazione si sta ripercuotendo in modo allarmante sulla società.

Grazie alla rivoluzione digitale chiunque può reperire informazioni con estrema facilità accedendo con altrettanta facilità a diverse fonti, allo stesso modo chiunque può creare contenuti a basso costo e ad alta potenzialità di diffusione. Se ciò da un lato ha incrementato in modo significativo la qualità dell'informazione, dall'altro ha spianato la strada a chi persegue obiettivi e interessi diversi.

Terreno fertile alla proliferazione di "bufale" risultano essere sopratutto i social network e le modalità di pubblicazione dei motori di ricerca, dove la rilevanza delle notizie non viene sottolineata in base ai contenuti ma grazie a escamotage quali: titoli ad effetto, ricerche per parole associate e foto accattivanti.

Quali sono gli scopi?

Le principali motivazioni che spingono alla creazione e alla diffusione delle "bufale online" sono fondamentalmente due e non sempre una esclude l'altra: il tornaconto economico e un fine politico.

Le fake news sono strutturate in modo da favorire il clickbaiting (acchiappa-click), consentendo, grazie a un sistema di redirect da un sito all'altro, ai gestori di guadagnare tramite i banner pubblicitari.

Inoltre queste notizie che creano allarmismi per quanto concerne la salute, le crisi economiche e l'emergenza migranti, fanno crescere paure e alimentano un clima d'intolleranza, portando alla ribalta partiti che promuovono drastiche misure aiutandoli così ad ottenere notevole popolarità e risonanza.

Piccoli accorgimenti per riconoscere le Fake News

Per prima cosa, per riconoscere una notizia falsa, bisogna individuare la fonte, visualizzando l'url del sito, infatti spesso questi portali internet scelgono nomi molto simili a quelli di testate autorevoli, fuorviando così gli utenti. Importante potrebbe essere verificare se i link postati riconducano effettivamente ai siti internet indicati, perché molti fanno rimbalzare da un portale all'altro per accalappiarsi più click possibili. In fine un ulteriore metodo per "inquadrare" ciò che si sta leggendo è visualizzare la sezione "chi siamo" molti portali o blog specificano l'intento satirico delle notizie.

Nella guerra contro le Fake News sia le istituzioni che multinazionali del web stanno studiando delle misure per arginare e prevenire questo fenomeno.

Google ha bloccato i propri banner posizionati all'interno di portali sospetti, invece Mark Zuckemberg fondatore e presidente di Facebook ha esortato gli utenti a segnalare tempestivamente le fake news e chi le produce.

La presidente Boldrini ha sottolineato: "Le bufale, mettono a rischio il diritto fondamentale di tutti i cittadini di essere informato correttamente. In questo lavoro - ha specificato - non vi è alcuna volontà di censura. Non è certamente censura accendere i riflettori su una questione che riguarda tutti noi".