Frasi scioccanti dette durante un discorso rivolto ai soldati. Il presidente filippino Rodrigo duterte non è nuovo a queste bravate verbali, già in moltissime occasioni ha usato la violenza sessuale come mezzo per accattivarsi la simpatia dell’elettorato e ieri sera ha fatto il bis davanti ai militari. E con successo si può ben dire, visto che proprio prima di essere eletto un anno fa aveva ironizzato, durante un comizio, sulla morte di una missionaria australiana uccisa nel 1989 dopo aver subito uno stupro di gruppo: “É stato davvero un peccato che il sindaco non ne abbia approfittato per primo” aveva affermato in quell’occasione Duterte davanti alla folla di sostenitori, che per tutta risposta avevano riso divertiti.

Umorismo spinto per incentivare le truppe

Nel discorso di ieri sera fatto ai soldati impegnati nella campagna contro l’Isis sull’isola di Mindanao, il presidente Duterte è stato molto pesante. “Se durante la missione stuprate tre donne, affermerò di averlo fatto io – ha detto il presidente filippino alle truppe – mi prenderò io la responsabilità. Se sarà necessario andrò anche in prigione per voi. Voi non dovete far altro che svolgere il vostro lavoro, a tutto il resto penserò io.” Duterte è famoso per la sua parlata volgare e molto “popolana”. Il capo di stato filippino ha usato la violenza sessuale come arma per incentivare e sostenere i soldati impegnati a far rispettare la legge marziale in tutta Mindanao, in seguito alla presa di una parte della città di Marawi - capoluogo della provincia di Lanao del Sur – ad opera del gruppo islamico affiliato all’Isis.

I combattimenti nella città di Marawi

L’esercito di Duterte ha davvero bisogno di tutto il sostegno morale possibile. A Marawi, per combattere gli estremisti islamici filippini affiliati all’Isis, si sta combattendo anche con i bombardamenti aerei. Mentre alcuni dei 200mila abitanti della città, stremati e spaventati, hanno sventolato bandiere bianche in segno di resa.

Sono 44 finora le vittime ufficiali (anche se probabilmente stanno già aumentando a causa dei combattimenti in corso), mentre proseguono senza sosta gli scontri tra i soldati di Manila e il centinaio di terroristi islamici appartenenti ai gruppi affiliati all’Isis, Mauti e Abu Sayyaf. Le operazioni militari proseguiranno fino a quando non verranno ricacciati tutti gli estremisti islamici fuori dalla città, ha affermato un portavoce dell’esercito.

I combattimenti sono iniziati martedì scorso, quando l’esercito ha posto sotto assedio la città di Marawi dopo che le forze di sicurezza hanno fallito il blitz per catturare uno dei comandanti dell’esercito islamico. Sono migliaia i residenti che hanno lasciato la città, ma molti degli abitanti hanno deciso di rimanere nelle proprie case.