Non si sglnfia il clamoroso caso scatenato dalle dichiarazioni del pm catanese Zuccaro riguardanti i rapporti tra ong e scafisti. Proprio ieri, il pubblico ministero della città etnea aveva chiesto in udienza al Senato di poter usare le intercettazioni per suffragare le sue accuse.
Indagini a Palermo e Trapani
Tuttavia, le parole del giurista non sono cadute nel vuoto, e nonostante la smentita di quella siracusana, le altre procure siciliane hanno rivolto la loro attenzione sull’argomento; tanto che poche ore fa la procura di Trapani ha aperto un fascicolo su un gruppo di attivisti appartenenti a una Ong estera e quella di Palermo, a sua volta, ha iniziato a indagare.
Quella della procura palermitana non sarebbe una indagine conoscitiva, ma una vera e propria inchiesta per accertare connivenze tra gli scafisti e le ONG.
In proposito, val la pena ricordare le parole del procuratore di Trapani Cartosio, che spiegava come le Ong si muovano in maniera indipendente e per spirito umanitario, a volte non tenendo conto delle regole di un paese. L’Italia è uno stato in cui il favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina è reato e i magistrati, pur comprendendo l’umanità dei gesti, devono applicare la legge.
Non si esprime la procura di Palermo, che conferma solo di lavorare per arrivare a fermare gli scafisti e di aver creato un pool di 11 magistrati che si occupano di traffico di droga e tratta di esseri umani.
In proposito, dal capoluogo siciliano confermano di aver intercettato numerose telefonate. Secondo il giornale Panorama, invece, la Polizia di Stato starebbe conducendo indagini nel massimo riserbo dopo aver appreso di navi appartenenti a Ong che avrebbero raccolto migranti senza prima aver allertato le autorità italiane.
Il dossier Frontex
A gettare benzina sul fuoco un dossier di 20 pagine dell’organizzazione Frontex, acquisito dal pm Zuccaro che lo starebbe utilizzando per le sue indagini. Secondo il rapporto, nel 90% dei casi in cui sono stati effettuati salvataggi da navi appartenenti ad ONG, sarebbero state le stesse ad individuare i barconi con i migranti, e solo successivamente avrebbero dato comunicazione al centro operativo della Guardia Costiera di Roma.
Sarebbero proprio i trafficanti operanti in Libia a contattare le navi delle Ong che battono bandiera di vari paesi: Italia naturalmente, ma anche Olanda, Belize, Panama, Germania. Gli analisti di Frontex, per le loro ricerche avrebbero anche utilizzato le dichiarazioni dei migranti appena sbarcati in Italia e report da parte di vari apparati di intelligence. Da Frontex, sostengono addirittura che prima e durante le operazioni di salvataggio, alcune navi delle ONG, abbiano spento per parecchio tempo i trasponder.