Un nuovo caso di bullismo che fa molto discutere, questa volta avvenuto nel torinese. All'epoca dei brutali fatti la vittima e i due amici denunciati erano compagni di scuola. In quel 2013 però, i due amici si sono trasformati in bulli. Tra le azioni a danno del coetaneo avrebbero messo in atto diverse pratiche umilianti: mangiare escrementi, ubriacarsi e mettere in atto pratiche sessuali degradanti davanti a loro. I due giovani denunciati andranno ora a giudizio davanti al Pm di Torino, città scossa in passato da diversi casi gravissimi di bullismo.

Due bulli denunciati da un coetaneo: l'avevano costretto a pratiche umilianti

I capi di imputazione a carico dei due bulli sono di stalking, violenze e lesioni. Al vaglio del pm torinese, Dionigi Tibone, c'è un nuovo e sconcertante caso di bullismo. I fatti, denunciati da un adolescente che all'epoca aveva 16 anni, risalgono al periodo che va dal febbraio 2013 al settembre dell'anno successivo. Più di un'anno di violenze e azioni denigranti quindi, che ora i due bulli dovranno spiegare ed, eventualmente, negare. I tre ragazzi, la vittima e i due denunciati, frequentavano una scuola professionale di una provincia torinese; di pochi anni più grandi, gli imputati avrebbero preso di mira quello che, fino a quel momento, avevano chiamato 'amico'.

Nella lista delle angherie subite l'obbligo di ubriacarsi, ma anche di accoppiarsi con una prostituta davanti a loro, di mettere in atto pratiche sessuali dolorose con un ombrello e infine di mangiare escrementi. Dopo avere tenuto per se questa terribile esperienza, finalmente la presunta vittima ha trovato il coraggio di parlare.

I due bulli però negano tutto.

I due presunti bulli si difendono: 'Non è vero niente, eravamo amici e ci cercava lui'

In aula sono stati ascoltati i due imputati, che si sono difesi smentendo la versione del ragazzo. Secondo quanto affermato da entrambi, all'epoca dei fatti c'era un rapporto d'amicizia e non è mai avvenuta nessuna delle azioni che sono state dichiarate.

Solo un litigio, confermano, una volta: "Siamo venuti alle mani, ma per questioni di calcio", e ancora: "Eravamo amici, spesso era lui a cercarci". È stata interrogata anche una quarta persona, che frequentava il giro di amici. Da quanto ha dichiarato non si è mai accorto di nulla. Ora starà al tribunale di Torino valutare la situazione e stabilire dove sta la verità. Pesanti le conseguenze se la versione della giovane vittima venisse confermata.