In provincia di Gorizia, precisamente nel paese di Gradisca d'Isonzo, una donna è stata accoltellata alla gola dal marito con un coltello da cucina, a seguito di una violenta lite scoppiata tra i due all'interno della loro abitazione, situata in un condominio. I due coniugi di nazionalità albanese, vivevano nella zona da un po' di tempo, infatti avevano acquisito anche la cittadinanza italiana.
La tragedia si sarebbe consumata intorno alle 7:30 di questa mattina, quando in casa c'era ancora il figlio della coppia di 8 anni che dormiva nella stanza accanto e che per fortuna non ha assistito al delitto.
I due coniugi sarebbero arrivati circa due anni fa in Italia e si sarebbero poi stabiliti nella provincia di Gorizia, dove l'uomo avrebbe trovato lavoro. In questo periodo però, a causa della crisi lavorativa, che ha colpito in maniera così pesante l'Italia e le sue regioni, l'uomo era rimasto senza lavoro da due mesi. Era pertanto la donna che provvedeva al sostentamento e al mantenimento dell'intera famiglia. Questa potrebbe essere stata, secondo gli inquirenti, la causa scatenante che avrebbe portato l'uomo a colpire la moglie alla gola con un colpo secco, utilizzando un coltello da cucina, a seguito della lite scoppiata nella mattinata.
Dopo l'uccisione della moglie, di appena 30 anni, l'uomo sarebbe rimasto accanto al corpo senza vita della compagna per un po' di tempo, preoccupandosi solamente in un secondo momento del figlio che nella stanza accanto poteva svegliarsi da un momento all' altro e vedere quello che era appena successo alla madre.
Tornato in sè avrebbe chiamato le forze dell'ordine che, accorse sul luogo del delitto, avrebbero portato subito l'uomo in caserma. Una volta arrivato in caserma, avrebbe raccontato senza opporsi ciò che era appena successo all'interno della sua abitazione, però la sua deposizione è risultata poco chiara agli inquirenti. Proprio per questo motivo, nel pomeriggio sarà riascoltato di nuovo insieme all'avvocato assegnato d'ufficio e davanti al giudice.
Fortunatamente il bambino, non essendo testimone dell'omicidio della madre, è stato consegnato dalle forze dell'ordine a una psicologa che si prenderà cura di lui con una prima assistenza. Il bambino sarà poi probabilmente consegnato alle assistenti sociali, in attesa che si faccia chiarezza sull'intera vicenda. Come spesso accade in queste drammatiche vicende sono sempre i più piccoli ad essere traumatizzati.