Totò Riina è stato uno dei mafiosi italiani più sanguinolenti degli ultimi anni. Faceva parte di Cosa nostra, di cui era capo dal 1982 fino all'arresto nel 1993. E' stato condannato a ben 26 ergastoli per vari omicidi commessi a personalità importanti, come il capitano Emanuele Basile o il boss Vincenzo Puccio. Questi sono solo due dei nomi delle persone vittime della furia omicida di Totò Riina, soprannominato "'u curtu" per via della sua statura o "La Belva" per la sua furia omicida. Tra le stragi più famose in cui egli era coinvolto ci sono quelle legate alle personalità di Falcone e Borsellino.

Negli ultimi giorni stava combattendo contro un male che lo ha portato in coma per due giorni all'ospedale di Parma, nel reparto detenuti. E' delle ultime ore la notizia della sua morte.

L'autopsia

Nelle ultime settimane, Totò Riina stava peggiorando. I medici sono stati costretti ad eseguire ben due operazioni, curanti del fatto che difficilmente sarebbe riuscito a superarle. Già da dieci giorni le condizioni del capo di Cosa nostra erano parecchio difficili, tant`è che venne trasferito al reparto di rianimazione dell'ospedale Maggiore. Oggi la Procura di Parma ha potuto constatare con certezza il decesso. Trattandosi di morte in ambiente carcerario, bisognerà fare i dovuti accertamenti sulla salma affinchè possano essere esclusi motivi esterni al male.

I medici hanno eseguito tutto ciò che era nelle loro competenze per cercare di migliorare le condizioni di salute del boss, nonostante la brutta fama che lo precedeva. D'altronde il lavoro del medico porta a trattare anche pazienti di questo calibro.

Toto Riina non riceverà alcun funerale, solanto una breve preghiera da parte del sacerdote.

L'articolo 41 bis

L'articolo 41 bis, applicato a Totò Riina, impediva al detenuto qualsiasi contatto con l'esterno, per qualsiasi ragione. Gli era persino impedito il contatto con i familiari, per paura che potesse in qualche modo mettersi d'accordo per eventuali omicidi futuri. Solo in rarissimi casi è possibile debellare le clausole relative a questo articolo.

E' il caso di Toto Riina, a cui fu concesso di rimanere vicino ai propri cari durante la morte. Il merito è del ministro della Giustizia Orlando che, in via del tutto eccezionale, ha optato per questa decisione una tantum.

Fino a qualche tempo fa si discuteva sulla possibilità di tenere o meno Totò Riina in carcere. Ora la storia di uno deo capomafia più influenti della storia italiana può dirsi definitivamente conclusa.