Ha trascorso tanti anni a fantasticare, desiderare, aspettare, immaginare l'incontro più importante della sua vita: quello con la sua mamma naturale. Poi, diventata grande, si è messa a cercarla attivamente, anche grazie alla trasmissione "Chi l'ha visto?". Sognava il lieto fine e invece ha ricevuto una risposta che è stata una doccia fredda, anzi ghiacciata. Così dura e impietosa, che gli occhioni azzurri di Luisa Velluti, parrucchiera di belluno, adottata 29 anni fa, si sono riempiti di lacrime. Il sogno di rivedere la madre naturale in un attimo si è infranto contro un 'gran rifiuto'.

"Sei figlia di una violenza, dimenticami", le ha scritto la presunta madre che non vuole incontrarla. Luisa, ha avuto due genitori adottivi speciali, ma la curiosità di sapere chi fosse, era e resta troppo forte.

Una terribile lettera

"Luisa, non ho scelto io di chiamarti così, inanzitutto, né ho scelto di averti. Per me sei solo la più dolorosa ferita che ho avuto a 18 anni. Tutto sognavo e tutto potevo sperare, ma non certo la violenza che ho subito e di cui tu sei simbolo": queste parole pesantissime sono contenute in una lettera che è stata recapitata in forma anonima a Luisa nella casa di Falcade, in provincia di Belluno, dove abita con i genitori adottivi che non le hanno mai nascosto di averla adottata e con cui ha trascorso un'infanzia meravigliosa.

Ma col passare degli anni, la necessità di ricongiungersi alle proprie origini e di scoprire chi fosse la sua vera madre, si è fatta sempre più forte. Purtroppo però, se non si è trattato di uno scherzo di pessimo gusto, i sogni della giovane donna si sono infranti oggi. La missiva ricevuta, racconta una cruda verità che spiega il comportamento della mamma naturale e il suo disconoscimento della figlia: Luisa sarebbe frutto di una violenza sessuale.

La donna che le scrive, ha portato avanti la gravidanza, ma non ha voluto più saperne, e non vuole avere contatti con lei.

Precedente diniego

Già quattro anni fa, Luisa aveva cercato di rintracciare sua madre rivolgendosi al tribunale dei minori di Venezia che all'epoca si era occupato della sua adozione, e che, ammettendo la sua richiesta, aveva avviato indagini per rintracciare sua madre.

Ma la signora non si era presentata in udienza, non è mai voluta uscire allo scoperto, evitando ogni contatto. Luisa ha preferito pensare che avesse avuto paura. E romanticamente ha voluto credere che ogni anno il 6 marzo, giorno del suo compleanno, questa donna pensasse a lei. Perciò, spinta dal desiderio di incontrarla, ha lanciato un appello tramite 'Chi l'ha visto?' e dopo poche settimane ha ricevuto una lettera. Ma il contenuto è glaciale e respingente. La donna rivolgendosi a Luisa le scrive: "Se avessi avuto anche una sola buona ragione per volerti vedere, avrei risposto agli appelli del tribunale, non trovi?" E poi conclude: "se accetti un consiglio non da una madre, ma da una donna ferita, non giocare mai con le vite degli altri, e nemmeno con la tua".

Dopo questa pesantissima "sentenza", il dispiacere è stato tanto, la delusione fortissima. Luisa non si accanirà più a cercare chi non vuole essere trovata, anche se avrebbe preferito che tutto questo le fosse stato detto guardandola negli occhi. Non nasconde, tuttavia, che resta in cuor suo il desiderio di poter dare un nome e un volto alla donna che l'ha generata, sia pure per poi abbandonarla. Ma ora deve vivere il terzo abbandono: il primo l'ha subito che era appena nata, il secondo quando ha cercato d'incontrare la madre tramite tribunale. E l'ultimo, quello che fa più male, oggi. "Ok, capisco quello che ha subito lei, ma io che colpa ne ho?" dice. E subito torna a sperare in un finale diverso.