Per un giorno, forse, Betlemme tra luci e colori del Natale, dimentica il vento di guerra che minaccia nuovamente di travolgere il Paese eternamente sull'orlo della crisi: la città che oggi si trova in Cisgiordania, quindi in territorio mussulmano, è sempre stata considerata nei secoli un'oasi di pace ed integrazione, esempio di rispetto tra le varie religioni e le immagini che ci arrivano, sembrano confermare almeno per la giornata odierna, quella fama.

File di luci hanno adornato la Chiesa della Natività, mentre la vicina Piazza della Mangiatoia è arricchita da un grande Presepio dono di Malta, da un bellissimo albero di Natale ricco di colori e da un vero tetto di luci che sembrano allontanare le ombre che sono ripiombate sul paese dopo la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele.

Gerusalemme, la città contesa

Gerusalemme è la Città Eterna, la Città Santa per antonomasia, cuore e fulcro delle tre religioni monoteiste: per gli Ebrei c'è il sacro Muro del Pianto, resto delle mura del grande tempio di Re Salomone a ricordo di un passato glorioso crollato con la conquista romana da parte di Tito nel 70 d.C.

Per i Cristiani qui fu crocifisso Gesù, considerato vero Dio e vero Uomo, e punto sacro è la Basilica del Santo Sepolcro dove Cristo sarebbe stato sepolto dopo la Crocifissione.

Infine, ed è qui il punto dolente, con la Moschea dalla Cupola d'Oro, Gerusalemme è anche la Città Sacra per i Mussulmani perché da qui Maometto sarebbe stato assunto al Cielo.

La decisione di Trump

Quando sembrava che Israele e Cisgiordania proseguissero sulla strada della pacificazione anche se tra enormi difficoltà, arriva come un fulmine a ciel sereno la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di un solo Stato (non di due come si ipotizzava) e cioè Israele, ordinando anche l'immediato spostamento dell'Ambasciata Americana da Tel Aviv.

La sua presa di posizione è stata come una miccia e subito sono scoppiate le proteste che da formali (da parte delle autorità palestinesi) si sono subito trasformate in violente manifestazioni di piazza con la dichiarazione di una nuova Intifada, col lancio di missili, che fanno temere lo scoppio di un lungo e terribile periodo.

Betlemme e la situazione in corso

Nelle settimane iniziali di Dicembre, dopo la decisione irruente di Trump (seguita alla Vigilia dal Guatemala), la violenza ha colpito naturalmente anche Betlemme: si sono avuti parecchi scontri nella parte nord della cittadina, nelle vicinanze del muro di separazione (tra Cisgiordania e Israele) e del vicino campo profughi di Aida.

Tutto questo aveva fatto temere per il Natale cristiano, tra l'altro caratterizzato da un numero molto alto di pellegrini, ma per un giorno sembra che tutto si sia fermato e cristallizzato nel tempo, mentre da una parte gli inviti dei muezzin e dall'altra il suono delle campane richiamano ad un momento di riflessione e pace.