Una vicenda terribile quella che è uscita allo scoperto nel settembre dello scorso anno a Monteverde, in provincia di Roma, dove un commerciante è stato tratto in arresto per aver costretto la figlia minorenne e con una disabilità che le impedisce di parlare e le fa utilizzare una carrozzina a consumare rapporti intimi con giovani migranti. Ad oggi è emerso come l'uomo, accusato di violenza di gruppo ed anche di maltrattamenti e detenzione di materiale pedopornografico, abbia richiesto il rito abbreviato.
I fatti
Ad incastrare il padre-orco era stato un rifugiato, al quale era stata proposta la tragica offerta: ricevere un compenso di poche decine di euro e in cambio avere rapporti intimi con la ragazzina ed essere filmato durante l'atto. Il giovane, però, dopo aver finto di accettare l'accordo, si è prontamente diretto in commissariato, dove ha denunciato alle forze dell'ordine l'intera storia. Gli agenti, così, sono riusciti ad usarlo come esca e ad arrestare il padre della minore. Purtroppo questo è solo uno dei casi che nell'ultimo periodo hanno visto come protagoniste persone con disabilità che hanno subito dei maltrattamenti da parte dei loro familiari.
Alcune settimane fa a Saviano, piccolo comune in provincia di Napoli, i carabinieri hanno arrestato i genitori 60enni e la sorella 35enne di un giovane di 36 anni con una psicosi mentale da loro segregato e legato con catene e lucchetti.
La 'giustificazione' dell'aguzzino
Tornando al caso di Monteverde, dalle indagini condotte dalle autorità, è emerso nelle ultime ore che ad avere avuto rapporti con la minorenne sarebbero stati sei uomini, tutti stranieri con gravi difficoltà economiche e avvicinati per strada dal padre della giovane, due dei quali sono già finiti in manette. Secondo quanto si legge sul Messaggero, l'uomo si sarebbe giustificato sostenendo di aver indubbiamente commesso un errore ma aggiungendo anche di aver avuto come unico scopo quello di aiutare la figlia, che grazie all'intimità sarebbe stata meno soggetta al sopraggiungere di crisi.
Per quello che concerne i video, invece, il padre ha affermato di non averli mai fatti circolare e di averli registrati solo ed esclusivamente per proteggersi da eventuali ricatti da parte degli uomini coinvolti. Avvalendosi del rito abbreviato, in caso di condanna l'uomo potrà vedersi ridotta la pena di un terzo. A questo punto, non resta che attendere l'esito dell'iter giudiziario.