Un detenuto sospettato di terrorismo islamico si è recentemente ribellato nel carcere di Bancali, a Sassari. Nello specifico l'uomo, di origine marocchina, accusato di essere un miliziano del gruppo terroristico di matrice islamica radicale Al Qaeda, negli ultimi giorni sarebbe stato protagonista di diverse intemperanze, l'ultima delle quali l'ha visto salire addirittura sul tetto del carcere sassarese.
Come riportato da un articolo pubblicato sul sito de "L'Unione Sarda", il presunto jihadista ha accettato di scendere dopo ben sette ore di protesta, quando ormai era notte inoltrata.
Inoltre il detenuto marocchino ha deciso di allontanarsi dal tetto del penitenziario, soltanto al termine di una lunga trattativa guidata dal comandante delle guardie e dal direttore del carcere.
La denuncia della Fns Cisl e le altre ribellioni del detenuto
Nei giorni scorsi, il sospetto islamista radicale avrebbe minacciato di morte gli uomini della polizia penitenziaria, e si sarebbe reso protagonista della devastazione di alcune celle del carcere.
Inoltre, qualche giorno prima, l'uomo di origine marocchina avrebbe lanciato delle pietre verso gli agenti di custodia, rovesciandogli contro anche una minestra calda. Questi episodi sono stati definiti intollerabili da parte del segretario regionale della Fns Cisl Giovanni Villa, il quale ha anche dichiarato che detenuti simili non dovrebbero trovarsi in istituti penitenziari come quello di Bancali, ma in strutture maggiormente attrezzate ad accoglierli, come quella di Nuoro.
Il rischio terrorismo in Sardegna e l'allarme di Frontex
Pochi giorni fa, proprio la Sardegna è stata protagonista di un rapporto dell'agenzia europea Frontex, sul rischio terrorismo. Nello specifico, come riportato dall'agenzia ANSA, Frontex ha parlato di un rischio legato ad un eventuale ritorno dei foreign fighters nei Paesi europei, rilevando anomali flussi migratori provenienti da Algeria e Tunisia.
Proprio per prevenire possibili infiltrazioni terroristiche ed eventuali attacchi, l'agenzia europea ha deciso di rafforzare la sua attività di intercettazione e controllo nell'area. A tal proposito, bisogna sottolineare che, già da diverso tempo, la Sardegna è interessata da continui e sempre più numerosi sbarchi di migranti algerini e tunisini e, stando a quanto sostenuto da diversi opinionisti e analisti, c'è il forte rischio di infiltrazioni da parte di gruppi legati al terrorismo islamico.