A ravenna è stato espulso un ragazzo 23enne di origine tunisina. Secondo le indagini, il giovane nordafricano sarebbe stato legato ai miliziani dell'autoproclamato Stato Islamico ed era recentemente partito dalla Tunisia per raggiungere l'Italia e altre nazioni dell'Europa. Stando a quanto riportato in un articolo pubblicato sulla testata giornalistica online Ravenna Today, il ragazzo di origine tunisina sarebbe stato individuato il 31 gennaio 2018 e in seguito, dopo una breve permanenza nel Centro per rimpatri, è stato definitivamente espulso dall'Italia.

La segnalazione della Autorità di Tunisi

Sempre stando a quanto sostenuto nel già citato articolo pubblicato su Ravenna Today, il 23enne tunisino era stato precedentemente già segnalato come esponente dell'estremismo islamista. Più specificatamente, la segnalazione era arrivata dalle Autorità di Tunisi tramite i canali di cooperazione internazionale della Polizia. In tale segnalazione, lo stesso giovane era descritto come estremista vicino all'ISIS. Secondo il Viminale, quella del ragazzo tunisino risulta essere la diciottesima espulsione effettuata dall'inizio del 2018.

L'attuale immigrazione di massa e il pericolo dell'infiltrazione islamista

La vicenda del 23enne di origine tunisine è l'emblema del rischio che l'Italia corre con una gestione miope dell'attuale immigrazione di massa.

Per essere più specifici, l'attuale immigrazione di massa risulta essere non raramente infiltrata e sostenuta da gruppi di tendenza islamista radicale come l'ISIS o da organizzazioni criminali come la sempre più potente e influente mafia nigeriana. Ciò non dovrebbe portare a diffondere immotivate paure di stampo xenofobo e a sostenere la pericolosa equazione tra immigrati clandestini e terroristi, ma a tenere a bada l'attuale fenomeno migratorio e a scongiurare il rischio di ipotetici attacchi terroristici diretti verso l'Italia.

Su tal punto, c'è da dire che proprio il pericolo terrorismo risulta tutt'altro che finito per l'Italia e sarebbe necessario che gli organi di competenza nazionali e sovranazionali continuassero il loro egregio lavoro nel prevenirlo e nel contrastare le eventuali infiltrazioni islamiste radicali o criminali. Difatti, come si suol dire, prevenire risulta sempre meglio di curare e l'Italia ha certamente bisogno di maggiore sicurezza.