E' successo a Macerata, nella mattina del 3 febbraio 2017, un uomo di ventotto anni, quale Luca Traini, si è recato tra le vie adiacenti al centro di Macerata sparando contro degli stranieri. Secondo quando ricostruito l'uomo sarebbe partito da Tolentino, suo paese d'origine, avrebbe preso un caffè sulla superstrada ed affermato davanti al barista che avrebbe commesso una strage a Macerata subito dopo aver consumato la bevanda. L'uomo si è dunque recato nel centro della città, davanti al monumento dei Caduti, sparando alcuni colpi che hanno consumato due caricatori, e ha ferito sei stranieri, di cui quattro saranno dimessi a breve, e altre due dalle condizioni più gravi, tra questi è presente anche una donna.
Dopo aver commesso l'atto, l'uomo è sceso dalla propria Alfa Romeo 147 urlando: "Viva l'Italia", ha sfoggiato una bandiera avente un tricolore italiano e, infine, ha agito facendo il saluto romano davanti le forze dell'ordine, che hanno bloccato l'uomo arrestandolo. Secondo le prime ricostruzioni dell'accaduto e dell'identità di Traina, quest'ultimo farebbe parte dell'ambiente dell'estrema destra, e si sarebbe candidato alle elezioni amministrative di Corridonia del 2017 con Lega Nord
Il caos creatosi a Macerata
Dopo gli eventi accaduti a Macerata nei giorni scorsi riguardanti la grottesca morte di Pamela Mastropietro, il comune marchigiano si è trovato di nuovo in una situazione caotica e di estrema difficoltà.
A definire la situazione come pericolosa è stato il sindaco di Macerata, Romano Carancini, che, prontamente, ha pubblicato attraverso i social la condizione di allarme presente nella città.
Nelle prime ore la città stata parzialmente bloccata nelle sue zone di traffico maggiori, le scuole sono state bloccate con all'interno gli alunni fino al momento di massima sicurezza, e le forze dell'ordine hanno istituito diversi posti di blocco in ogni via della città.
Il primo cittadino, ha in seguito rassicurato i propri cittadini quando l'allarme è svanito e l'uomo è stato catturato dai carabinieri.
Le forze dell'ordine hanno subito iniziato le indagini, e secondo le prime indiscrezioni l'uomo non sarebbe stato mosso da un movente riconducibile all'accaduto di Pamela Mastropietro. Difatti, a chiarire in maniera immediata la situazione è lo zio di Pamela, Marco Verni, che ha detto che non esiste nessun legame tra sua nipote e Luca Traini e che, dunque, non si tratta di una vendetta ai danni della comunità nigeriana - d'appartenenza, appunto, Innocent Oseghale, l'uomo che ha ucciso Pamela. Si presume, invece, che il movente sia rintracciabile nell'estremismo politico - in questo di sfumatura fascista - ipotesi suggerita dagli atti commessi dall'uomo.