La bella notizia arriva improvvisa e sorprende tutti. A darla è una delegazione della Corea del Sud in visita alla Casa Bianca per parlare con le autorità statunitensi della missione svolta nei giorni scorsi a Pyongyang, che prosegue l’attività di disgelo tra le due Coree, assecondata anche da altri leader asiatici, come il premier giapponese Shinzo Abe ed il presidente cinese Xi Jinping. Una lunga marcia di avvicinamento che sembra aver subito un’improvvisa accelerazione dopo le ultime Olimpiadi invernali, in cui le delegazioni dei due Paesi hanno gareggiato insieme.
L’annuncio è stato anticipato di pochi minuti dallo stesso presidente Donald Trump, irritualmente sceso in sala stampa per avvisare i giornalisti che stava per succedere qualcosa di veramente importante.
Una notizia di portata storica
La delegazione di Seul, guidata dal responsabile per la sicurezza nazionale, Chung Eui-yong, ha quindi annunciato quello che nessuno si aspettava: “Abbiamo informato Trump che il presidente Kim Jong-un ha espresso l’intenzione di fermare gli esperimenti nucleari ed i test missilistici” che tanto avevano preoccupato gli stati confinanti. Ma le buone notizie non finiscono qui: in una lettera consegnata a mano al presidente degli Stati Uniti in quest’occasione, il leader della Corea del Nord ha anche formalmente chiesto al suo omologo americano un faccia a faccia da svolgersi nel più breve tempo possibile per discutere della questione.
Trump si è detto disponibile a fissare un incontro entro il prossimo maggio, anche se ha specificato in seguito attraverso un tweet che le sanzioni contro Pyongyang resteranno in vigore fino al verificarsi di atti concreti.
Kim Jong Un talked about denuclearization with the South Korean Representatives, not just a freeze. Also, no missile testing by North Korea during this period of time. Great progress being made but sanctions will remain until an agreement is reached. Meeting being planned!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 9 marzo 2018
I prossimi passi della diplomazia
Questa sarebbe la prima volta in cui i due Paesi tornerebbero a dialogare dopo decenni di rapporti burrascosi; ma il lavoro di Moon Jae-in, presidente della Corea del Sud, che ha sviluppato una strategia volta all'apertura, sembra dare i primi frutti.
La notizia ha sorpreso anche gli stessi vertici americani, che solo poche ore prima avevano dichiarato, per voce del segretario di Stato Rex Tillerson, l’assenza delle condizioni per ogni trattativa con il regime nordcoreano. Così la diplomazia internazionale si è subito messa in moto: dal Giappone il primo ministro Shinzo Abe ha subito concordato un incontro con Trump per definire congiuntamente le prossime mosse.
Inoltre già per il prossimo 16 marzo è previsto un summit tra i ministri degli Esteri di Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone per sviluppare i primi passi di avvicinamento verso Pyaongyang. In una giornata iniziata male sul fronte internazionale, con la reintroduzione dei dazi doganali sulle importazioni di alluminio ed acciaio da parte degli Stati Uniti, una notizia così positiva era davvero impensabile.