Nella giornata di ieri 20 marzo, le famiglie del movimento “Il Paguro occupazione Popolare” e i ragazzi del Movimento di lotta per la casa hanno occupato gli uffici di Abbanoa a Cagliari, l’ente privato che gestisce l’acqua in Sardegna. Questo capita all’indomani del tentativo da parte dell’ente stesso di lasciare senz’acqua le nove famiglie che abitano in due palazzine occupate da in via Bainsizza nel capoluogo sardo.
A questo tentativo hanno dato una forte risposta circa una ventina di persone che si sono recate presso gli uffici di Abbanoa, occupandoli e chiedendo ad alta voce che il diritto all’acqua pubblica ritorni ad essere un principio intoccabile.
La Nascita e lo sviluppo del Movimento
Il movimento Il Paguro Occupazione Popolare nacque due anni fa da nove famiglie che decisero di occupare due palazzine vuote da anni, per rispondere alla grave crisi abitativa presente nella città di cagliari. Col passare delle settimane sempre più persone si sono fatte solidali e le famiglie de Il Paguro insieme ai ragazzi del Movimento per la Lotta per la Casa hanno aiutato tante famiglie che nel corso di questi anni hanno ricevuto minacce di sfratto o di tagli dei vari servizi, quali luce o acqua.
Oggi i nuclei famigliari de Il Paguro sono diventati poco più di una decina ed è diventato un punto di riferimento per molte di quelle persone che non vengono mai ascoltate dalle Istituzioni e che vengono lasciate ai margini dalla società “civilizzata”, oltre che simbolo del tanto decantato ma poco rispettato “diritto ad abitare”.
Dopo un anno di occupazione le famiglie di via Bainsizza hanno deciso di aprire le porte alla città e hanno iniziato a promuovere, sempre in collaborazione con i ragazzi del Movimento per la Lotta per la Casa, iniziative di vario tipo, cercando così di riuscire a coinvolgere una comunità distratta e, a volte, volutamente cieca verso determinati temi sociali. Qualche giorno fa il colpo delle istituzioni che, non sapendo come risolvere il problema abitativo (così come tantissimi altri) e avendo come sola, apparente, arma quella punitiva, minacciano incriminazioni per furto dell’acqua e interruzione di servizio pubblico.
Già, servizio pubblico, esattamente come dovrebbe essere l’acqua che, da quando è stata privatizzata, in Sardegna, non ha fatto altro che creare disagi continui alle varie comunità che la subiscono, con bollette che devono assolutamente essere riviste e un sistema di smistamento dell’acqua che dev’essere completamente ristrutturato se non ricostruito.