Un’operazione della Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di Crotone condotta nelle scorse ore ha portato al sequestro di un’area demaniale marittima di oltre 700 metri quadrati nel Comune dell'omonima città calabrese: l’operazione si inserisce nel novero dei controlli mirati alla tutela del demanio marittimo e alla prevenzione di illeciti ambientali.
Buona parte dell'area era occupata da un'officina senza i dovuti permessi, il titolare è stato denunciato per gravi reati ambientali.
Un sequestro sul demanio marittimo
L'area includeva un'officina meccanica che si estendeva lungo 390 metri quadrati oltre ad un'ampia area scoperta e recintata impiegata per attività commerciali.
Le indagini hanno accertato che l’attività veniva svolta senza la concessione demaniale marittima richiesta per legge.
In conseguenza di questo, le forze dell’ordine hanno posto sotto sequestro l'intera zona.
Violazioni ambientali
Durante i controlli, i militari hanno rinvenuto numerose violazioni ambientali.
L’officina e l’area circostante erano contaminate da rifiuti pericolosi, tra cui lastre di eternit, oli esausti, filtri, batterie, motori in disuso e solventi.
Questi materiali erano abbandonati senza alcuna gestione autorizzata. In aggiunta, è emerso che l'attività non aveva il permesso per lo smaltimento delle acque reflue, che venivano scaricate direttamente nel terreno attraverso un pozzo di dispersione causando un grave rischio per l’ambiente.
Alla luce delle gravi infrazioni riscontrate, la Guardia Costiera ha sequestrato l'intera area e denunciato il titolare dell’officina alla Procura della Repubblica di Crotone. L'uomo è accusato di occupazione abusiva di suolo demaniale e gestione illecita di rifiuti.
Altra operazione delle forze dell'ordine questa mattina a Crotone
Sempre a Crotone, questa mattina, si è assistito ad un ulteriore intervento delle forze dell'ordine: i finanzieri del Comando Provinciale di Crotone hanno infatti dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal Gip presso il Tribunale di Crotone, sottoponendo agli arresti domiciliari un imprenditore nativo del luogo ed un suo familiare accusati della bancarotta di due società operanti nel comparto della promozione pubblicitaria: i due gruppi, tra il 2012 e il 2021, avrebbero contratto debiti verso il fisco per complessivi 900.000 euro, sprecato le risorse finanziarie aziendali per circa 500 mila euro e occultato i libri e i registri contabili trasferendo tutta la liquidità possibile a due nuove società costituite ad hoc.