Come era prevedibile, date le ultime dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Trump e di quello francese Macròn, la Siria è stata attaccata dalle forze congiunte di USA, Gran Bretagna e Francia. Due notti fa sono stati lanciati, dalle portaerei delle sopra citate nazioni, poste al largo delle coste siriane, dei missili che hanno colpito “obiettivi strategici” come un centro di ricerche nel quale si suppone venissero create le armi chimiche utilizzate dal governo legittimo di Assad contro la propria popolazione civile.

Esulta Trump che ha parlato di “missione compiuta” così come il primo ministro inglese May, che ha sottolineato come questa sia stata una risposta e un avvertimento contro chi utilizza e avesse intenzione di utilizzare armi chimiche in futuro, mentre il presidente della Federazione russa Putin ha parlato di aggressione ad uno Stato sovrano legittimo in quanto il suo leader è stato votato dalla popolazione.

Riunione tesa del Consiglio di Sicurezza ONU

In giornata si è tenuta una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Riunione che, inevitabilmente, è stata ad alta tensione e nella quale il rappresentante russo Nebenzya ha dichiarato che la decisione di intervenire in Siria rischia di destabilizzare tutta la regione e che siano stati compromesse le relazioni internazionali, dato che la Russia in questo periodo, sempre a parere del suo rappresentante, si è impegnata affinché i tentativi destabilizzatori degli Stati Uniti e degli alleati non avessero un riscontro effettivo, senza però essere ascoltati. Di contro, Nikky Haley, la rappresentante USA, ha paragonato l’utilizzo del veto all’interno dell'ONU ad Assad che utilizza il gas Sarin, sostenendo che l’appoggio della Russia al governo siriano non faccia altro che assecondare l’utilizzo delle armi chimiche e contravvenga a tutte le norme internazionali.

D’accordo con la Halley anche l’ambasciatore inglese all’Onu, Pierce, il quale ha dichiarato che l’intervento sia stato giusto quanto umanitario e legale, ricordando come il regime siriano utilizzi armi chimiche contro il suo popolo da sette anni. Di parere ovviamente opposto la Siria, la quale ha chiesto di condannare l’aggressione subita dalle forze alleate, fatto che potrà portare solo ad alimentare la tensione e le violenze in quella regione già instabile.

Una nuova guerra è ufficialmente iniziata, la Halley ha dichiarato che ci saranno altri attacchi, le forze NATO sostengono l’attacco contro la Siria, la Russia e l’Iran minacciano ripercussioni e la popolazione morirà, migliaia di civili scapperanno e troveranno la morte durante la fuga, altri si riverseranno in Europa continuando ad alimentare il tragico esodo di migranti. Parafrasando Vittorio Arrigoni, un ragazzo che, esattamente sette anni fa (il 15 aprile 2011), ha dato la sua vita perché credeva nella libertà dei popoli: "Restiamo umani".